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Le prime dichiarazioni di Beniamino Zuncheddu da uomo libero: "Mi hanno rubato tutto quello che potevano"

Beniamino Zuncheddu ha rilasciato le sue prime dichiarazioni da uomo libero, parlando del tempo passato in carcere

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Matteo Runchi

REDATTORE

Redattore esperto di economia, appassionato di tecnologia e sport. Scrive di attualità e cronaca. Laureato in Storia all’Università degli Studi di Milano, ha lavorato per diversi siti e redazioni.

“Mi hanno rubato tutto”. Beniamino Zuncheddu, scarcerato dopo 33 anni di ingiusta reclusione, ha rilasciato le sue prime dichiarazioni pubbliche da uomo libero. Era stato accusato di aver ucciso 3 persone legate all’Anonima Sequestri sarda.

Le dichiarazioni di Zuncheddu

Beniamino Zuncheddu è stato liberato. Dopo 33 anni l’uomo, accusato di aver ucciso tre persone, è uscito dal carcere grazie a una lunga battaglia legale. In una conferenza stampa, l’uomo ha rilasciato le sue prime dichiarazioni da persona libera.

“In questi 33 anni mi è mancato tutto, il mondo è andato avanti per conto suo, senza di me. Non riesco a spiegare, adesso, che cosa è stata questa prigionia a cui mi hanno costretto senza che avessi fatto nulla” ha detto cominciando la conferenza stampa Zuncheddu.

Beniamino Zuncheddu e il uso avvocato al processo di revisione

Ho bisogno di riposo, riposo mentale, per capire. Lo troverò a casa di mia sorella Augusta” ha poi continuato, rispondendo alle domande su cosa farà ora che non è più in carcere.

La vita rubata

Zuncheddu ha riflettuto poi sul tempo perduto in carcere, dove era rinchiuso ingiustamente: “Non so di possibili risarcimenti nel futuro, ormai quello che mi potevano rubare me l’hanno rubato” ha detto l’uomo.

Negli anni di prigione, ha più volte avuto la tentazione di confessare un reato che non aveva commesso, per accedere a sconti di pena che lo avrebbero fatto uscire di cella: “Mi dicevano continuamente: ravvediti, confessa, ed esci, ma io non mi dovevo ravvedere di nulla, non avevo fatto nulla.”

In ultimo ha dedicato un pensiero agli altri detenuti: “Sì, vorrei salutare i miei amici detenuti, vorrei andare a trovarli, ma rivedere il carcere di Uta, quegli spazi bui, oggi è troppo duro per me” ha concluso Zuncheddu.

Per cosa era stato condannato Zuncheddu

Quello di Beniamino Zuncheddu è l’errore giudiziario durato più a lungo della storia d’Italia. L’8 gennaio 1991 una persona uccise a colpi di pistola Gesuino Fadda, Giuseppe Fadda, Ignazio Pusceddu e ferì Luigi Pinna, nel comune di Sinnai, in provincia di Cagliari.

Proprio il sopravvissuto alla strage indicò Beniamino Zuncheddu, con cui in passato la famiglia Fadda aveva avuto degli screzi, come il responsabile. La sua testimonianza, si scoprirà in seguito, era stata influenzata da un agente che gli aveva mostrato una foto di Zuncheddu stesso.

Il successivo processo condannò l’uomo all’ergastolo. Solo dopo la revisione conclusa a fine gennaio 2024, che constatò per testimonianza di Pinna che Zuncheddu era stato segnalato come colpevole dagli agenti prima ancora che lui lo accusasse, l’imputato è stato assolto e scarcerato.

Fonte foto: ANSA

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