Le 6 condizioni di Putin per lo stop alla guerra Russia - Ucraina svelate dai servizi segreti: cosa vuole
Un documento svela le possibili condizioni di Putin per fermare la guerra in Ucraina, dai territori annessi alla Russia alla caduta di Zelensky
Un documento dei servizi segreti russi rivela le sei condizioni di Putin per terminare la guerra fra Russia e Ucraina, tra cui il riconoscimento della sovranità russa su Crimea e altre regioni, la caduta di Zelensky e l’abbandono dell’ingresso nella NATO. Mosca chiede anche la fine delle sanzioni e la riduzione dell’esercito ucraino.
Cosa vuole Putin per la pace in Ucraina
Sarebbero sei le condizioni che Putin avrebbe in mente per considerare lo stop della guerra fra Russia e Ucraina: a rivelarlo un documento dei servizi segreti di Mosca, descritto dal Washington Post.
Il rapporto risale a febbraio e sarebbe stato alla base dei colloqui di Gedda con gli Stati Uniti. Una proposta atta ad “eliminare le cause profonde del conflitto” che prelude all’obiettivo di ottenere una “pace duratura”, ma i tempi potrebbero far slittare il cessate il fuoco definitivo al prossimo anno.
Putin si è detto disponibile alla tregua in Ucraina purché porti a una “pace duratura”
Le richieste sono evidentemente complicate da soddisfare e appaiono irricevibili per Kiev, persuasa che la Russia voglia in realtà proseguire ad oltranza le ostilità privando l’Ucraina della possibilità di difendersi.
Russia-Ucraina, le condizioni di Putin
La condizione principale, nonché la più complessa sulla carta, è il riconoscimento della sovranità russa su Crimea e su quattro regioni parzialmente occupate: Zaporizhzhia, Cherson, Lugansk e Donetsk, ma Putin vuole anche zone cuscinetto tra Bryansk e Belgorod.
Mosca richiede, come ampiamente annunciato, la destituzione di Zelensky attraverso nuove elezioni e il ritiro della candidatura ucraina per entrare nella NATO, con la cessazione degli aiuti militari. Sulle sanzioni, Putin chiede la loro completa revoca al momento dell’accordo.
Allo stesso tempo la Russia esclude anche la presenza di forze di pace europee in Ucraina, accettando in cambio di non schierare missili balistici in Bielorussia, con la stessa condizione per gli Stati Uniti. Per ultimo, Mosca richiede una riduzione drastica dell’esercito ucraino, da un milione a poche decine di migliaia di soldati.
La reazione di Kiev
In un’intervista a Repubblica, Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, ha affermato sostanzialmente che Putin non è realmente interessato a una tregua.
“In realtà sta dicendo che l’Ucraina non deve difendersi per 30 giorni rinunciando a forniture militari, produzione di armi e controllo del fronte” ha sostenuto, attendendo l’esito dei negoziati tra Mosca e Washington per capire le reali intenzioni russe.
Podolyak ha fatto intendere che la maggior parte delle condizioni di Putin non sarebbero fattibili per l’Ucraina, sottolineando che Kiev non cederà su territori e identità culturale. “Non possono cambiare né fisicamente, né ideologicamente, né politicamente. L’integrità territoriale è questione di sopravvivenza: la Russia occupa territorio ucraino come strumento di pressione. Nel 2014 e nel 2022 non è stata punita per questo”.