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I sintomi del Long Covid causato dalla serotonina: colpite almeno 65 milioni di persone, cosa dice lo studio

Un team di ricercatori dell'Università della Pennsylvania ipotizzano che i livelli di serotonina abbiano un ruolo nella comparsa del Long Covid

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

Uno dei fattori scatenanti della sindrome del ‘Long Covid’ sarebbe la bassa concentrazione di serotonina nel sangue. È quanto sostenuto dai ricercatori dell’Università della Pennsylvania attraverso uno studio pubblicato sulla rivista ‘Cell’ che ha indagato sul peso della presenza dell”ormone del buonumore’ sulle conseguenze a lungo termine dell’infezione da Covid-19.

Lo studio

Secondo quanto emerge dalla ricerca del team di scienziati americani, un livello di serotonina inferiore alla norma sarebbe una delle principali cause degli strascichi della malattia individuati nel Long Covid, cioè quella “condizione multisistemica post-infezione debilitante”, come definita da Lancet, che compromette le capacità di svolgere attività quotidiane per diversi mesi o anni, e che interesserebbe 65 milioni di persone in tutto il mondo.

Come riportato da ‘Repubblica’, gli studiosi hanno esaminato il sangue di 58 pazienti che avevano ricevuto una diagnosi di Long Covid per un periodo compreso fra 3 e 22 mesi dall’infezione. I risultati sono stati confrontati con le analisi di 30 persone che non presentavano sintomi post-Covid e di 60 pazienti che si trovavano nella fase iniziale e acuta dell’infezione da coronavirus.

Ricercatrice al lavoro su studi farmacologici inerenti al Covid-19

Analizzando i campioni di feci umane dei pazienti malati da tempo di Covid, i ricercatori hanno scoperto dei residui del Sars-Cov-2 che sarebbero responsabili della produzione da parte del sistema immunitario di proteine che combattono le infezioni, chiamate interferoni.

Questi causano un’infiammazione che riduce la capacità del corpo di assorbire il triptofano, un amminoacido essenziale che sintetizza la serotonina, la cui circolazione nel corpo potrebbe essere dunque compromessa dai coaguli di sangue che possono formarsi dopo il Covid-19.

I risultati

Come spiegato da Maayan Levy, autore principale e assistente professore di microbiologia, alla Perelman School of Medicine, lo studio dimostrerebbe che “i livelli di serotonina e altri metaboliti sono stati alterati subito dopo un’infezione da coronavirus, cosa che accade anche immediatamente dopo altre infezioni virali. Ma la differenza nelle persone con Long Covid, è che la serotonina è stata l’unica molecola significativa che non è tornata ai livelli pre-infezione” ha dichiarato lo scienziato.

“Questo è uno studio eccellente, che identifica livelli più bassi di serotonina circolante come meccanismo scatenante del Long Covid”, ha confermato Akiko Iwasaki, immunologo dell’Università di Yale, che con i colleghi della Icahn School of Medicine del Monte Sinai han da poco pubblicato uno studio che ha identificato altri cambiamenti biologici legati ad alcuni casi di Long Covid, inclusi i livelli dell’ormone cortisolo.

Cos’è la serotonina

Chiamata ‘ormone del buonumore’, 5-idrossitriptamina o 5-HT -, la serotonina è un neurotrasmettitore monoaminico sintetizzato nel cervello e in altri tessuti, a partire dall’amminoacido essenziale triptofano, concentrato per circa il 90% nell’intestino.

Il 2% circa è distribuito in diverse aree del sistema nervoso centrale, dove svolge il ruolo di neurotrasmettitore, fondamentale per la modulazione dell’umore, del sonno, dell’appetito, oltre ad avere un’importante funzione per la guarigione delle ferite, sulla salute delle ossa, sulla coagulazione del sangue e sul desiderio sessuale.

Fonte foto: ANSA

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