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La nipote dell'ex premier Mario Draghi Livia assunta per Milano-Cortina 2026, scoppia il caso intercettazioni

Milano-Cortina: indagato intercettato, "c'è un giro di mazzette". Emergono anche intercettazioni sulla nipote di Mario Draghi, Livia

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Si sospetta un giro di mazzette e che ci siano state assunzioni “strane”. Non si placa la bufera sulle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, già finite al centro di un’inchiesta della procura meneghina per corruzione e turbativa d’asta. Mercoledì scorso si è tenuta l’udienza al Riesame, a cui ha fatto ricorso la difesa dell’ex dirigente della Fondazione Massimiliano Zuco, indagato per ipotesi di corruzione e turbativa, assieme all’ex ad Vincenzo Novari e all’imprenditore Luca Tomassini in relazione ad un appalto per i servizi digitali.

Dalle intercettazioni  è anche emerso un intreccio ‘curioso’ tra Giovanni Malagò e Livia Draghi, nipote dell’ex premier Mario.

Milano-Cortina, si indaga su un presunto giro di mazzette

Massimiliano Zuco si sarebbe riferito “esplicitamente a verosimili fenomeni corruttivi”, ponendo “l’attenzione su un giro di ‘mazzette’ che coinvolgerebbe quantomeno un dirigente di Deloitte”, la società che aveva preso l’appalto sui servizi digitali, dopo che era stato tolto alla Quibyt, società dell’imprenditore Luca Tomassini, anche lui indagato.

L’ex premier Mario Draghi

In un’annotazione della Guardia di Finanza si parla della “seconda gara per i servizi digitali”, previa “‘estromissione’ di Quibyt”, e del “ruolo di Deloitte”, a cui fu affidata “tale fornitura” sotto la “gestione Varnier”, ossia dell’ad Andrea Varnier.

Gli investigatori fanno notare come Deloitte Consulting “fosse già in rapporti economici attivi con la Fondazione” con un “contratto di sponsorizzazione” da 21 milioni di euro.

Gli inquirenti in relazione a questi rapporti e all’appalto per i servizi digitali, come si legge, indagano su un “presunto giro di mazzette”.

In alcune intercettazioni di aprile tra Zuco e Tomassini, il primo parla anche “dell’ampio potere discrezionale dell’attuale” ad della Fondazione Varnier. “È super appoggiato ma è super appoggiato per uno scopo politico, controllare Malagò, evitare che passano certe strategie”.

E fa riferimento al “maggior costo – si legge sempre nella documentazione della Gdf – per la Fondazione di quattro milioni di euro, dovuti dall’Ente a Deloitte per produrre ex novo il sito e conseguentemente gestirlo”.

Zuco dice: “Si butta trentamila euro e spendine quattro per far contenta Deloitte, ma come si fa…”. E ancora: “Tutto sto giro qua si tiene intorno a Deloitte”. Parla di un “giro di mazzette” e indica anche il nome, riportato negli atti, di un “dirigente” di Deloitte.

Nelle carte, tra l’altro, ci sono intercettazioni, sempre di aprile, anche di altri responsabili della Fondazione. Uno di questi dice: “Preferisco il vecchio sito che il nuovo bacato, con la quale facciamo una figuraccia”. E lo definisce “impresentabile”.

Malagò e Livia Draghi, nipote di Mario: le intercettazioni

In un altro passaggio di un’annotazione depositata al Tribunale del Riesame e agli atti dell’inchiesta – nella parte che riguarda le assunzioni di persone legate al mondo della politica – c’è anche un intreccio tra Giovanni Malagò e Livia Draghi, nipote dell’ex premier Mario.

È “quantomeno singolare” – scrive il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano – come il presidente del Coni “investa Draghi Livia”, che sarebbe stata assunta nella Fondazione Milano Cortina 2026 “su indicazione” dello stesso Malagò, “di un potere maggiore rispetto a quello di Novari”, l’ex ad, “al quale suggerisce di seguire le indicazioni di una sua sottoposta”, scrive il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano.

Nell’informativa del 25 giugno scorso la Gdf, coordinata dall’aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis, riporta molte intercettazioni e stralci di verbali. Come quello di Vicenzo Novari – indagato e interrogato dai pm – il quale spiega che “il presidente Malagò mi segnalò il curriculum di Livia Draghi, precisandomi che ovviamente era un curriculum da valutare con attenzione”, ma che “la decisione sarebbe stata solo mia” e “vidi che quella persona lì era esattamente quello che stavo cercando”.

 

L’intercettazione di Novari e della moglie

Agli atti figura anche un’intercettazione nella quale Novari, discutendo con la moglie, spiega: “Malagò mi aveva detto ‘stai a sentì la Draghi!, fregatene di tutto il resto'”. In sostanza, riassume la Gdf, Novari raccontava al telefono che “Malagò gli aveva indicato di seguire le indicazioni di Livia Draghi”, la quale “non vedeva di buon occhio l’assunzione della sorella” di un dirigente Rai.

Fonte foto: ANSA

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