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La difesa dell’acciaieria di Azovstal e poi la resa: cosa può succedere ai combattenti del battaglione Azov

Dopo aver difeso per settimane l’acciaieria di Azovstal a Mariupol, ora si teme per il destino dei combattenti di Azov. Tutto nelle mani di Putin

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Dopo 82 giorni di resistenza all’interno delle acciaierie Azovstal, a Mariupol, rimane incerto il destino del Battaglione Azov. I combattenti si sono arresi nella giornata di martedì 17 maggio e sono stati trasferiti a bordo di alcuni autobus nei territori controllati dall’esercito russo.

Civili e soldati ucraini si erano rifugiati ad Azovstal, un vasto impianto di epoca sovietica fondato nell’epoca staliniana e progettato come un labirinto di bunker e tunnel per resistere agli attacchi nucleari. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che 265 soldati ucraini si sono arresi, di cui 51 gravemente feriti e che sarebbero stati curati a Novoazovsk, nella regione separatista di Donetsk.

La Russia ha definito l’operazione Azovstal una resa di massa, mentre l’esercito ucraino ha affermato che i soldati che difendevano l’acciaieria avevano “svolto il loro compito” e che l’obiettivo principale era ora salvare le loro vite.

Scortati via dall’esercito russo dopo la resistenza nell’acciaieria

Cinque autobus hanno portato via i combattenti di Azov feriti via da Mariupol. Un testimone ha dichiarato successivamente all’agenzia Reuters di averne visti altri sette, scortati da veicoli blindati. Erano diretti verso la prigione di Olenivka, situata nella regione di Donetsk, nei territori controllati dalle forze russe. Non è chiaro cosa potrebbe succedere a questi soldati.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che il presidente Vladimir Putin ha garantito che i combattenti che si sono arresi sarebbero stati trattati “in conformità con gli standard internazionali”. Il viceministro della Difesa ucraino Hanna Malyar ha dichiarato in un video che verrà avviata una “procedura di scambio per il loro ritorno a casa” ma Vyacheslav Volodin, presidente della Duma di Stato, la camera bassa russa, ha sottolineato che i criminali nazisti “non dovrebbero essere scambiati”.

I combattenti saranno interrogati dai russi

L’agenzia stampa russa TASS ha dichiarato che gli investigatori federali russi avrebbero interrogato i soldati nell’ambito di un’indagine sui “crimini del regime ucraino”. Kiev, secondo il Guardian, aveva spinto per un accordo che consentisse anche ai combattenti di ritirarsi nelle aree controllate dall’Ucraina o per la loro evacuazione in un Paese neutrale. Tuttavia, questo non è stato possibile.

Un soldato del battaglione Azov

Le dichiarazioni di alcuni funzionari russi non fanno ben sperare per il loro destino. Leonid Slutsky, un parlamentare russo che ha preso parte ai negoziati con l’Ucraina all’inizio della guerra, ha suggerito che Mosca dovrebbe revocare la moratoria sulla pena di morte per i combattenti del reggimento Azov, una delle principali forze a difesa delle acciaierie di Mariupol, definendoli degli “animali”. E il ministero della giustizia russo ha fatto appello alla corte suprema per dichiarare il reggimento Azov un’organizzazione terroristica.

Che cos’è il battaglione Azov

Il reggimento Azov ha iniziato a combattere contro i separatisti filo-russi sostenuti da Mosca nelle due regioni di Lugansk e Donetsk nel 2014, dopo che la Russia ha deciso di annettere la Crimea a seguito della rivoluzione di Euromaidan dello stesso anno. La milizia nasce dalle ceneri dell’organizzazione di estrema destra Patriot of Ukraine di Andriy Biletskiy.

Lo Stanford Center for International Security and Cooperation descrive il gruppo come “un’organizzazione paramilitare nazionalista di estrema destra con sede in Ucraina”. Dal 2014, la milizia di Azov è entrata a far parte della Guardia nazionale ucraina. Kiev sostiene che ora Azov è lontana dalle sue origini nazionaliste, ma secondo i russi è a tutti gli effetti un battaglione di ispirazione neonazista.

Fonte foto: ANSA

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