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L'omicidio Pasolini e la riapertura delle indagini chiesta in Procura a Roma: verifiche su presenza di tre Dna

In una nuova istanza presentata alla Procura di Roma è richiesta la riapertura delle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini per verificare 3 dna

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Una nuova istanza è stata depositata alla Procura di Roma per la riapertura delle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini, avvenuta all’Idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975.

L’istanza è stata depositata dall’avvocato Stefano Maccioni, a nome del regista David Grieco e dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti. Nell’atto viene richiesto ai pm di piazzale Clodio di approfondire la questione legata ai tre Dna individuati dai carabinieri del Ris nel 2010 sulla scena del crimine.

Le parole dell’avvocato Maccioni sul caso Pier Paolo Pasolini

‘La Repubblica’ riporta le parole dell’avvocato Stefano Maccioni sul caso Pier Paolo Pasolini: “Quella notte all’Idroscalo di Ostia, Pino Pelosi (unico condannato in via definitiva a 9 anni e 7 mesi, ndr) non era solo. Ci sono almeno 3 tracce, 3 ‘fotografie’ di persone e ciò giustifica il perché, dopo quasi 50 anni, è ancora possibile arrivare a una verità giudiziaria. Una verità che si baserebbe su dati scientifici, sulla presenza di 3 Dna: da qui si deve partire per svolgere le indagini per accertare a chi appartengono”.

Un’immagine tratta da una mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini, intitolata “Tutto è santo”.

La prima indagine sulla morte di Pier Paolo Pasolini

“Nella prima indagine – è stato spiegato – questo si è fatto in modo parziale. Vennero esaminati circa 30 Dna ma oggi è tempo di fare verifiche più diffuse tenendo presenti anche le dichiarazioni di Maurizio Abbatino, esponente della Banda della Magliana, che alla Commissione Antimafia dà una giustificazione sul perché Pasolini si recò all’Idroscalo di Ostia: non era lì per consumare un rapporto sessuale occasionale con Pino Pelosi, con cui lo scrittore e regista aveva già una relazione, ma per riottenere le pizze del film ‘Salo’, le 120 giornate di Sodoma che gli erano state sottratte e a cui teneva tantissimo”.

La trappola in cui sarebbe caduto Pier Paolo Pasolini

Secondo l’avvocato Stefano Maccioni, il regista David Grieco e lo sceneggiatore Giovanni Giovannetti, Pier Paolo Pasolini, la notte del 2 novembre del 1975, sarebbe caduto in una trappola e fu picchiato a morte.

“Nell’istanza di centinaia di pagine”, hanno concluso i tre secondo quanto riferito da ‘La Repubblica’, “forniamo molti elementi, tante tessere che i magistrati devono mettere insieme“.

Fonte foto: ANSA

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