Inneggia ad Hamas sui social e viene espulso dall’Italia, il caso del cittadino algerino residente a Udine
La Digos ha fatto sì che un cittadino algerino residente a Udine venisse espulso dall’Italia: sui social inneggiava ad Hamas
Nella serata di martedì 30 aprile 2024, il Ministro dell’Interno ha disposto l’espulsione per motivi di sicurezza nazionale nei confronti di un cittadino algerino di 56 anni, regolarmente residente a Udine. L’uomo è stato rintracciato dalla Digos dopo numerosi post con cui inneggiava ad Hamas presenti sui suoi profili social.
Inneggia ad Hamas, espulso dall’Italia
L’uomo, nato in Algeria e residente a Udine, in Friuli-Venezia Giulia, viveva da solo in un appartamento in città.
In Italia con un regolare permesso di soggiorno, era impiegato come operaio in una cooperativa di servizi di pulizia.
Ad attirare l’attenzione delle forze dell’ordine sono state le sue attività sui social network, in particolare su Telegram e Facebook.
Il 56enne postava regolarmente contenuti che inneggiavano ad Hamas e ad altri movimenti terroristici legati al conflitto israelo-palestinese.
Sotto il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, la Digos di Udine ha condotto indagini approfondite che hanno svelato il coinvolgimento dell’indagato in attività considerate pericolose per la sicurezza pubblica.
All’uomo è stato imputato il reato di istigazione a delinquere, che ha portato alla decisione ministeriale di procedere con l’espulsione dal Paese.
I casi di espulsione amministrativa
La legislazione italiana prevede tre diversi tipi di espulsione dal Paese, incluse nel Testo Unico sull’Immigrazione.
Quella a cui è stato sottoposto il cittadino algerino di Udine è un’espulsione di tipo amministrativa, sancita dall’art. 13 del decreto legislativo n° 286/98 del 23 luglio 1998.
L’espulsione amministrativa è decretata direttamente dal Ministero dell’Interno, con preventiva notizia al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministero degli Affari Esteri.
Si attua, con piena discrezionalità del ministro e dei suoi rappresentanti, contro coloro che si ritenga costituiscano un pericolo alla sicurezza dello Stato o all’ordine pubblico.
L’espulsione amministrativa può essere attuata anche contro chi è in possesso di permesso di soggiorno o della carta di soggiorno.
Una volta emesso il mandato di espulsione, il soggetto è accompagnato immediatamente alla frontiera dalle forze dell’ordine.
Non è previsto un ricorso per bloccare l’espulsione, seppur è possibile ricorrere al Tar del Lazio tramite il consolato italiano del paese d’origine entro 30 giorni.