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INCIDENTI SUL LAVORO

Indagati i due superstiti dell'incidente a Brandizzo: “In corso gravi violazioni della procedura di sicurezza"

La Procura di Ivrea ha iscritto due nomi nel registro degli indagati del tragico incidente ferroviario a Brandizzo. Sono profili di responsabilità

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

La Procura di Ivrea ha iscritto i primi due indagati nell’inchiesta per l’incidente ferroviario di Brandizzo. Si tratta di Antonio Massa, 47 anni e Andrea Gibin Girardin, 52 anni, capo cantiere della ditta dei lavori sui binari. Il motivo: non c’era l’autorizzazione a lavorare in quel momento. Proseguono gli accertamenti.

Due indagati nel registro dell’inchiesta

Si indaga sulle dinamiche dell’incidente ferroviario a Brandizzo che ha ucciso 5 operai a lavoro sui binari. L’inchiesta aperta sulla strage dalla Procura di Ivrea ha iscritto diversi nomi nel registro degli indagati. Questi non sono considerati colpevoli, ma sono al momento all’attenzione degli investigatori per rispondere ai dubbi sulle dinamiche.

Emergono infatti diversi problemi in merito ai lavori sui binari, tra cui “gravi violazioni della sicurezza”. Nel registro risultano i nomi di Antonio Massa e Andrea Gibin Girardin, questi sono rispettivamente uno degli uomini che aveva l’incarico di comunicare il nulla osta del passaggio treni e il capo cantiere della ditta.

 Fiori di cordoglio alla stazione di Brandizzo

Gravi violazioni della sicurezza

Secondo i primi accertamenti non erano emersi profili di responsabilità per i due macchinisti del convoglio, che sarebbe passato con il semaforo verde. Se non loro chi? Si indaga per questo su alcuni sospetti in merito a violazioni delle procedure di sicurezza. Le ricostruzioni hanno portato, in questo caso, dei profili di responsabilità tra i sopravvissuti (che hanno raccontato la loro drammatica esperienza nei giorni scorsi).

L’evento poteva essere evitato se la procedura fosse stata seguita regolarmente”, ha detto la procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione. “Dalle prime indagini – dice il magistrato – emergono delle gravi violazioni della procedura di sicurezza per quanto attiene al momento immediatamente antecedente all’incidente”. Se così fosse, la stessa situazione potrebbe essersi verificata al momento dell’incidente, con le stesse violazioni delle procedure di sicurezza.

Ipotesi: mancava autorizzazione

L’attuale situazione porta la Procura di Ivrea a ritenere che non ci fosse l’autorizzazione a lavorare in quel momento. Vanno controllati tempi, inizio dei lavori e passaggi dei treni programmati, intanto però “gli operai erano già lì qualche minuto prima e avevano svolto delle operazioni di lavoro vero e proprio”, spiegano.

Infatti altri treni erano passati poco prima e, secondo la procuratrice: “forse si è rischiato anche una situazione più grave”. Questo perché se avessero proceduto in questo lavoro e fosse passato il treno qualche minuto dopo, magari dopo la rimozione e dei binari, il treno avrebbe deragliato.

Fonte foto: ANSA

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