Inchiesta su università, indagato Massimo Galli: il suo commento
L'infettivologo dell'Ospedale Sacco di Milano commenta così la vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto
“Diventare un personaggio pubblico ha una serie di contro e pochi pro” è la prima risposta del professor Massimo Galli, in merito all’inchiesta che lo vedrebbe coinvolto insieme ad altri 32 indagati per dei concorsi truccati in diverse università italiane.
“Stamattina ho avuto un avviso di garanzia che mi è stato consegnato quando la notizia era già su tutti i giornali. Sono tranquillo, da quello che leggo non vedo niente di particolare in ciò che mi viene contestato. Ci ragionerò sopra” ha commentato a Cartabianca il primario del reparto di Malattie infettive all’Ospedale Sacco.
Nell’indagine che interessa altri accademici degli Atenei di Milano, Pavia, Torino, Roma e Palermo, la Procura meneghina ipotizza a vario titolo i reati di associazione per delinquere, corruzione e abuso di ufficio.
L’infettivologo ritiene che le accuse contestate non siano consistenti: “Ho messo tutto in mano al mio avvocato – ha aggiunto. Faremo le nostre controdeduzioni, è un tema in mano alla magistratura”, dice facendo riferimento a “situazioni in cui non immaginavi di poter essere in nessun modo”.
“Nessuna avvisaglia di nessun tipo – ha risposto a Bianca Berlinguer. I concorsi sono tutti avvenuti nell’arco del 2020, in piena pandemia. Ero già diventato un personaggio pubblico? Lo dica lei… Diventare un personaggio pubblico ha una serie di contro e pochi pro, per quanto mi riguarda. Credo di aver sempre privilegiato i criteri meritocratici nella mia vita, forse anche questo diventa scomodo”, ha detto Galli.
“Credo di poter stare tranquillo, ovviamente sto aspettando che l’atto d’accusa sia un po’ più specifico. Quello che ho letto non mi porta particolare preoccupazioni”, ha ribadito infine.