Incendio all'ospedale di Tivoli, sicurezza della struttura sotto accusa: vie di fuga bloccate e caos chiamate
Piani di evacuazione e servizio antincendio: finisce sotto accusa l'intero sistema di sicurezza dell'ospedale San Giovanni di Tivoli, le indagini
Dopo lʼincendio che ha devastato lʼospedale San Giovanni di Tivoli nella tarda serata di venerdì 8 dicembre in cui hanno perso la vita tre persone, e l’apertura di un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo plurimo e incendio colposo, a finire nel mirino degli inquirenti è la sicurezza della struttura. L’interno della struttura, dopo il rogo, è irriconoscibile.
Le indagini
A rischiare, salendo nella catena di responsabilità, sarebbero i vertici della struttura e quindi della Asl di Roma 5, riporta l’agenzia.
Escluso il dolo
Si attende, nel frattempo, l’esito dell’autopsia sui corpi delle vittime che avverrà entro mercoledì 13 dicembre.
Nel fascicolo aperto dai pm è stato escluso il dolo e si indaga per omicidio plurimo colposo e rogo colposo: il provvedimento al momento non vede indagati, ma nuovi sviluppi arriveranno dall’esame di documenti, testimonianze e tabulati.
A testimoniare i momenti di caos iniziale sono innanzitutto le chiamate effettuate singolarmente da pazienti e operatori sanitari. Secondo quanto ricostruito, la prima chiamata ai vigili del fuoco sarebbe giunta verso le ore 23 di venerdì 8 dicembre.
Vigili del fuoco esaminano il luogo da dove è partito l’incendio che ha devastato l’ospedale
Sistema antincendio sotto accusa
Sotto accusa, sottolinea l’Ansa, c’è il funzionamento del sistema antincendio, che non riguarda solo i rilevatori antifumo, ma anche l’efficienza delle porte antipanico, la presenza di personale di guardia antincendio che, secondo alcuni sindacalisti, nell’ultimo periodo non erano presenti nella struttura.
Inoltre, secondo le stesse fonti, pur essendo stati eseguiti i corsi dedicati a questo tipo di eventi, non sarebbe stata fatta alcuna prova di evacuazione. Molti sostengono che le cabine antincendio siano quasi rimaste inutilizzate mentre, visto il black out generato dalle fiamme, resta da approfondire se gli impianti di continuità elettrica si siano attivati ovunque.
La rabbia dei parenti delle vittime
Sale la rabbia dei parenti delle persone morte nell’incendio all’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli. Perché secondo qualcuno a provocare i danni non sarebbe stato soltanto il fumo, ma anche il corto circuito provocato dalle fiamme, che potrebbe aver mandato in tilt apparecchiature fondamentali per la sopravvivenza di alcuni pazienti, riferisce l’Ansa.
Ad esserne convinta è anche Barbara Ilari, figlia di Giuseppina Virginia Facca, morta durante il rogo. “In camera mortuaria ho potuto riconoscere il corpo di mia madre, che aveva 84 anni ed era ricoverata e intubata in ospedale: la sua vita era legata a quella macchina, questo mi avevano sempre detto i medici”.