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Imputazione coatta per il sottosegretario Andrea Delmastro di FdI per il caso Cospito: cosa rischia adesso

Il sottosegretario alla Giustizia affronta l'imputazione coatta dopo l'accusa di rivelazione del segreto d'ufficio. La sua replica in un comunicato

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Imputazione coatta per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Il GIP ha respinto giovedì 6 luglio la richiesta di archiviazione nei confronti dell’esponente di Fratelli d’Italia, imputato per rivelazione del segreto d’ufficio riguardante il caso Alfredo Cospito. Delmastro ha replicato sostenendo di non aver violato alcun segreto e mostrandosi fiducioso sul positivo esito della vicenda.

L’accusa a Delmastro

Il sottosegretario è stato indagato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo per rivelazione del segreto d’ufficio in merito alla documentazione trasferita al collega di partito Giovanni Donzelli, esponente di Fratelli d’Italia, in relazione a un’inchiesta segretata concernente l’anarchico Alfredo Cospito.

Sia Delmastro che Donzelli sono stati ascoltati dai magistrati della procura romana, che avevano optato per l’archiviazione del caso. Tuttavia, la decisione del GIP riapre la partita, imponendo l’imputazione coatta del sottosegretario.


Delmastro ha dichiarato di essere fiducioso che la vicenda possa concludersi in modo positivo

L’inchiesta e il caso Cospito

Il 17 febbraio, Delmastro era stato interrogato dai pubblici ministeri di Piazzale Clodio che stavano conducendo un’indagine sulla vicenda Cospito.

L’inchiesta ha avuto origine da una denuncia presentata dal deputato dei Verdi, Angelo Bonelli, che ha depositato un esposto nei mesi scorsi.

Le conversazioni citate sarebbero avvenute in carcere tra Giovanni Donzelli, un membro della ‘Ndrangheta e un camorrista. Episodi che si sarebbero verificati tra dicembre e gennaio scorsi.

La replica di Delmastro

Delmastro ha risposto alle accuse di rivelazione di segreto d’ufficio attraverso una nota ufficiale. “Prendo atto della scelta del GIP di Roma che, a differenza della Procura, ha ritenuto necessario un approfondimento della questione giuridica che mi coinvolge” si legge nel comunicato.

“Sarà mia intenzione insistere davanti al Giudice per l’Udienza Preliminare affinché venga dichiarato il non luogo a procedere per l’assenza degli elementi oggettivi e soggettivi. Sono fiducioso che la vicenda si concluderà in modo positivo, convinto che nessun segreto sia stato violato, né dal punto di vista oggettivo né da quello soggettivo.”

Che cos’è l’imputazione coatta

L’imputazione coatta viene disposta tramite un’ordinanza del giudice. Lo strumento non equivale tecnicamente a un rinvio a giudizio, ma implica comunque che la procura, che inizialmente aveva richiesto l’archiviazione, presenti invece una richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati.

Il passo successivo è la nomina di un nuovo giudice per fissare un’udienza preliminare. In questa fase, l’accusa presenta le ragioni del rinvio a giudizio, mentre la difesa ha la possibilità di chiedere il patteggiamento, il rito abbreviato o addirittura l’assoluzione.

La prassi comune vuole che una volta emessa un’ordinanza che impone l’imputazione coatta, si proceda con un processo. Diventa quindi molto improbabile che si arrivi all’archiviazione del caso.

Fonte foto: IPA

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