Ilaria Capua, la sua verità sulla prossima pandemia: cosa fare
La prossima pandemia secondo Ilaria Capua ci sarà: qual è il modo migliore per evitarla
Ci sarà una nuova pandemia: è questa l’allerta lanciata da Ilaria Capua, direttrice del One Health Center of Excellence in Florida. In un’intervista al Messaggero, proprio mentre in Italia continuano le riaperture e si pensa a nuovi allentamenti delle misure restrittive, l’esperta ha lanciato un monito controcorrente.
Come sarà la prossima pandemia: parla Ilaria Capua
“Un’altra pandemia arriverà, ce lo insegna la storia – ha detto Capua al Messaggero -. E una arriva dalla riflessione su preparazione e risorse che abbiamo: un’altra pandemia gestita in questo modo non saremo in grado di affrontarla. Il tempo per invertire la rotta ce l’abbiamo, dobbiamo muoverci”.
“Gli strumenti per correggere il rapporto distorto tra uomo, animali, piante, ambiente li abbiamo” ha precisato la scienziata, che ha ricordato come la pandemia da coronavirus sia stato “l’evento più misurato della storia”. I numeri per delineare ed affrontare nuovi scenari, quindi “non mancano”. Quello che manca, per l’esperta, è la volontà di operare in modo diverso.
Cosa fare per evitare un’altra pandemia: il monito di Capua
In merito alle azioni da intraprendere per cambiare il corso degli eventi, Capua ha precisato: “Gli esseri umani sono interamente dipendenti dalle altre forme di vita per sopravvivere, dobbiamo guardare alla salute con occhi diversi. Possiamo farlo adesso o alla prossima pandemia“.
“Va ricordato – ha sottolineato l’esperta – che la stragrande maggioranza dei virus pandemici arriva dagli animali e dobbiamo sempre tenere a mente che gli esseri umani stanno nella stessa casella degli animali. Il salto di specie non è cosi inverosimile. Siamo lì accanto a loro, nel regno degli animali”.
Bisogna “avere una visione della salute globale da parte dei decisori ma anche dei singoli – ha aggiunto Ilaria Capua -. Si deve partire dal concetto che esiste un’unica salute interconnessa. Sono amareggiata, per esempio, dal fatto che durante la pandemia i veterinari non siano stati coinvolti per niente. Medici e veterinari hanno bisogno di collaborare sulla salute pubblica e mantenere dialoghi aperti con farmacisti e agronomi. Ma anche con le altre discipline”.