Il Riformista di Renzi contro Il Fatto Quotidiano e Vauro, ma anche Repubblica: "Berlusconi e gli sciacalli"
Il Riformista, di cui Matteo Renzi è direttore, si scaglia contro Il Fatto Quotidiano e pizzica La Repubblica
Il Riformista, di cui Matteo Renzi è da poco divenuto direttore editoriale, con un articolo a firma di Aldo Torchiaro si è scagliato contro quelle testate che in queste ore hanno criticato apertamente Silvio Berlusconi. Secondo il giornale orchestrato dall’ex premier toscano alcuni colleghi della stampa stanno facendo “sciacallaggio”.
- Il giornale diretto da Renzi: "Quando gli sciacalli fiutano l’odore della morte, si avvicinano"
- Le critiche feroci al Fatto Quotidiano
- Il Riformista contro Repubblica
Il giornale diretto da Renzi: “Quando gli sciacalli fiutano l’odore della morte, si avvicinano”
“È istinto. L’istinto delle belve – scrive Torchiaro -. Il richiamo della foresta: quando gli sciacalli fiutano l’odore della morte, si avvicinano. Si leccano i baffi. Se poi il “cadavere squisito”, per dirla con il gioco dei surrealisti francesi, è quello di Silvio Berlusconi, si fanno sotto a fauci spalancate. Nel giorno in cui tramonta uno dei più grandi protagonisti della vita politica e imprenditoriale italiana, ecco che gli odiatori seriali ballano la loro macabra danza. Riuniscono la tribù digitale intorno al paiolo della civiltà”.
L’articolo prosegue con toni altrettanto aspri e duri parlando di “una umanità limitata unita a una professionalità distorta. Punti di vista, ci si dirà. Ai lettori giudicare: editorialisti, influencer e vignettisti che si sono cimentati nelle ultime ore nella sua character assassination si commentano da soli”.
Le critiche feroci al Fatto Quotidiano
A questo punto si fa più nitido il bersaglio di Torchiaro: “Il Fatto Quotidiano ieri sin dalle 11 del mattino si esercitava nel lancio del peso morale. Il foglio di Marco Travaglio fa dell’avversario un nemico di cui festeggiare la morte, e punta sulla grafica per invocare l’estremo processo: il giudizio divino”. Ecco quindi che viene menzionato uno dei titoli del FQ: ““Primo dei populisti, recordman di inchieste dalla corruzione alla mafia”, la sobria descrizione che accompagna la dipartita del Cavaliere. Quanta ingratitudine: senza Berlusconi quante copie in meno avrebbe venduto il Fatto? E quanti titoli avrebbe perso l’editoria?”.
“L’odio è un motore che muove e fa vendere. Tra le mani armate di penna e matita arroventate, non mancano i vignettisti. Non perdono l’occasione per scambiare il sarcasmo con il fiele”, continua Torchiaro che quando parla di vignettisti si riferisce a Vauro e Natangelo: “Il primo fa dire al suo personaggio: “Morto Berlusconi, ma non sono sempre i migliori che se ne vanno?”. Il secondo si esercitava, alla vigilia: “B. è in ospedale. Quali sono le reali condizioni? E un omino con la pala scava la fossa e dice: ‘Scende in campo’?”. Odiatori incalliti e quanto mai inopportuni”.
Il Riformista contro Repubblica
L’articolo del Riformista non risparmia nemmeno Repubblica sostenendo che il quotidiano diretto da Maurizio Molinari “fa una sintesi dei guai giudiziari del Cavaliere dal titolo non proprio rispettoso e garantista: “I processi di Berlusconi. Fisco, tangenti, mafia e festini. Un duello infinito con le Procure””.