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CRONACA ESTERA

Il crollo della diga a Orsk in Russia per mancata manutenzione: 3 morti e oltre 1100 evacuati, case sommerse

La mancata manutenzione alla diga di Orsk, in Russia, dietro il disastro: la costruzione è crollata inondando le case. Almeno 3 morti e 1100 evacuati

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Sono stati i ritardi nella manutenzione a provocare il crollo della diga a Orsk, in Russia, secondo quanto riferito dall’ufficio del procuratore regionale. Il disastro ha causato almeno 3 morti e ha costretto all’evacuazione di oltre 1100 persone, compresi tanti bambini, ora diretti verso centri di accoglienza temporanea, e oltre 2500 case sommerse. La struttura era stata inaugurata nel 2010 e violazioni nella manutenzione erano state già segnalate in precedenza alle autorità di supervisione tecnica. Le inondazioni sono aggravate dallo scioglimento delle nevi, minacciando anche il Kazakistan, il cui presidente ha parlato di “più grande disastro naturale degli ultimi 80 anni”.

Diga crollata a Orsk in Russia: 3 morti, oltre 1000 evacuati

La diga di Orsk, negli Urali russi, è crollata il 5 aprile: un incidente il cui bilancio attuale è di 3 morti, con l’inondazione di 2500 abitazioni.

Numeri importanti quelli delle operazioni di evacuazione: si contano 1.164 persone, tra cui 336 bambini, che sono state dirottate verso centri di accoglienza temporanei.

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Il crollo della diga in Russia per mancata manutenzione

A due giorni dal disastro, l’ufficio del procuratore regionale, incaricato delle indagini, ha confermato che la diga ha ceduto a causa degli inadempimenti in fatto di manutenzione.

La procura ha specificato, infatti, che non erano state adottate le misure necessarie per mantenere le sue attrezzature idrotecniche in buone condizioni.

“Le filiali dell’Autorità statale di supervisione tecnica hanno identificato in precedenza le violazioni nella manutenzione della diga e sono state inviate note all’autorità competente in merito”, ha inoltre chiarito la procura.

Gli avvertimenti ignorati sullo stato della diga

Recentemente, la procura ha inviato un avvertimento al primo vicesindaco di Orsk riguardo alla violazione della legge sulla protezione della popolazione e dei territori dalle emergenze naturali e causate dall’uomo.

Due giorni fa, nella regione di Orenburg, è stato dichiarato lo stato di emergenza a causa del peggioramento delle inondazioni. Sono state allestite 495 strutture di alloggio temporanee, in grado di ospitare oltre 82.300 persone.

Le autorità regionali hanno anche citato lo scioglimento delle nevi come causa dell’innalzamento dei fiumi, tra cui l’Ural, aspetto che ha aumentato la portata delle inondazioni.

Anche il Kazakistan, confinante con la Russia, è colpito dalle inondazioni causate dallo scioglimento delle nevi. In un discorso alla nazione, il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha definito la situazione “un disastro naturale”, forse il più grande degli ultimi 80 anni in termini di dimensioni e conseguenze.

Il disastro è avvenuto, curiosamente, esattamente 10 mesi dopo quello della diga a Kherson, anche se il dramma, in quel caso, fu frutto di un atto deliberato della Russia da ricondurre al conflitto in Ucraina.

Fonte foto: ANSA

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