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Il Covid è ancora emergenza sanitaria internazionale: l'avvertimento dell'Oms dopo il nuovo boom di casi

Tedros Ghebreyesus, direttore dell'Oms, non vuole abbassare la guardia: l'avvertimento sull'emergenza Covid

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Luca Bucceri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e della politica, scrive anche di attualità ed economia. Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano e lavorare per importanti testate.

L’Organizzazione mondiale della sanità non intende abbassare la guardia sul Covid-19 e sull’emergenza sanitaria. Per l’organizzazione e il suo direttore generale Tedros Ghebreyesus, infatti, non è ancora arrivato il momento di cantare vittoria, perché la pandemia e i rischi sono ancora ben presenti nella vita di ogni giorno.

L’avvertimento dell’Oms sul Covid-19

A lanciare un chiaro messaggio alla popolazione mondiale ci ha pensato Ghebreyesus, che si è detto d’accordo con il parere espresso venerdì scorso dal Comitato di emergenza per il coronavirus in merito alla pandemia in corso. Secondo il direttore dell’Oms, infatti, il Covid resta “un’emergenza internazionale di sanità pubblica“.

Nello specifico, Ghebreyesus ha sottolineato che non si tratta di certo della stessa pandemia iniziata nel 2020, ma “dall’inizio di dicembre, i decessi segnalati settimanalmente sono aumentati nelle ultime otto settimane, più di 170.000 persone hanno perso la vita a causa del Covid-19“. Per questo motivo non bisogna abbassare la guardia.

Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms

Il direttore dell’Oms ha poi spiegato: “La vaccinazione rimarrà una parte essenziale del nostro approccio. Stiamo lavorando per determinare il meccanismo più efficace per consigliare gli Stati membri e i produttori sulla composizione dei vaccini e sulla frequenza delle vaccinazioni”.

Il caso cinese e le regole sui tamponi

Il riferimento dei numeri di Ghebreyesus è su quanto sta accadendo in Cina, dove nelle ultime settimane si è registrato un nuovo boom di casi che ha portato diversi Paesi a rivedere la politica sui tamponi ai passeggeri in arrivo dall’Asia.

In tal senso c’è l’ipotesi di prolungare l’obbligo dei tamponi Covid per i passeggeri cinesi in arrivo in Italia “fino al 15 febbraio o a fine febbraio“. “Per un po’ la vogliamo procrastinare per maggiore sicurezza”, anche se i dati Covid “nell’ultima settimana sono scesi molto” ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine del convegno ‘Evoluzione tecnologica in diagnostica per immagini e Radiologia interventistica. Stato dell’arte e prospettive future’ in corso al Fatebenefratelli Isola Tiberina-Gemelli Isola, a Roma.

Cosa sta succedendo in Cina

Intanto dalla Cina arrivano importanti novità sullo stato emergenziale del Paese dopo il boom di casi. Secondo quanto emerge da Pechino, infatti, l’epidemia non avrebbe registrato picchi significativi nelle ultime settimane, giorni che sono coincisi con i festeggiamenti del Capodanno cinese.

L’attuale ondata della pandemia in Cina sta volgendo al termine” hanno fatto sapere dal Centro cinese per il controllo delle malattie (Cdc). Alla fine di gennaio, “l’epidemia si è attenuata” e “la pressione ospedaliera si è ridotta”, ha riferito il Cdc, mentre il picco di decessi è stato toccato il 4 gennaio (4.273).

Fonte foto: ANSA

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