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Guerra in Ucraina, cresce il pressing della Casa Bianca su Zelensky per un'apertura a Putin

Gli Stati Uniti chiedono al presidente ucraino Zelensky di mostrare un segnale di apertura a Putin, no dalla vicepremier Vereshchuk

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Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

La guerra in Ucraina scatenata dall’invasione dei territori ucraini decisa dal presidente russo Vladimir Putin va avanti da oltre otto mesi e all’orizzonte non si intravede una prospettiva concreta della pace, o almeno di una tregua. Per questo nelle ultime settimane sta crescendo il pressing degli Stati Uniti sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky, affinché mostri un “segnale di apertura” nei confronti dell’avvio di una trattativa di pace.

Guerra in Ucraina, cresce il pressing su Zelensky

Le conseguenze, economiche in particolare, di una guerra di lungo periodo, l’Ucraina come una sorta di Vietnam, preoccupano numerosi Paesi in Europa, Africa e America latina. Principalmente per l’aumento dei costi dell’energia e dei generi alimentari, a partire da grano e cereali.

Preoccupazioni che sono state manifestate in più occasioni agli Stati Uniti, principale fonte di aiuti militari a Kiev. Per questo, secondo quanto riporta il Washington Post, sta crescendo il pressing della Casa Bianca sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Usa chiedono segnale di apertura a Putin

Gli Stati Uniti avrebbero chiesto a Zelensky di mostrare un “segnale di apertura” nei confronti dell’avvio di una trattativa di pace con la Russia, mentre il presidente ucraino ha più volte ribadito il rifiuto a negoziare finché il presidente Vladimir Putin rimarrà in carica.

Secondo il Washington Post, che cita fonti riservate della Casa Bianca, il pressing statunitense non avrebbe l’obiettivo di spingere Kiev a negoziare con Mosca, ma piuttosto garantire all’Ucraina il sostegno di governi di altri Paesi che sono diffidenti in merito alla possibilità di finanziare una guerra di lungo periodo.

Quindi maggiore sostegno economico e militare all’Ucraina, che aiuterebbe Kiev ad avvicinare i propri obiettivi al fine poi di arrivare ad una vera trattativa con Putin.

La vicepremier ucraina Vereshchuk stoppa la diplomazia

Dal fronte ucraino però al momento non arrivano segnali distensivi. “L’unico modo per raggiungere la pace in questa fase è continuare a combattere“, ha dichiarato in una intervista al Corriere della Sera la vicepremier e ministra ucraina per i Territori occupati, Iryna Vereshchuk.

La vicepremier ucraina ringrazia l’Italia e l’Europa per il sostegno e l’invio di aiuti militari, ricordando che “il nostro movimento di resistenza difende anche le democrazie europee”. “Se l’Europa dovesse tradire il suo sostegno al mio Paese, l’intero mondo Occidentale sarebbe a rischio”, ha aggiunto.

Secondo Vereshchuk però al momento non c’è spazio per una soluzione diplomatica: “La pace non c’è perché i russi non la vogliono. Se noi smettiamo di batterci spariremo come popolo e come nazione”.

“Per ora è impossibile una soluzione politica, esiste solo il campo di battaglia”, ha detto la ministra, sottolineando che le forze di Kiev stanno avanzando nei territori occupati dai russi. “La forza delle armi rimpiazza la diplomazia per il fatto che è l’unico linguaggio che Putin e il Cremlino sono disposti a capire“.

Fonte foto: ANSA

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