Giovanni Toti arrestato per corruzione, Roberto Saviano svela quanto costa un voto in Italia
Giovanni Toti arrestato, Roberto Saviano svela quanto costa un voto in Italia: 50 euro per le politiche, 20 euro per le amministrative in Campania
Giovanni Toti, arrestato per corruzione, è stato al centro del dibattito della puntata di Piazzapulita andata in onda giovedì 9 maggio e che ha visto la presenza in studio di Roberto Saviano. Il giornalista e scrittore ha spiegato al conduttore Corrado Formigli e ai telespettatori del programma in onda su La7 alcuni aspetti dell’inchiesta che vede coinvolto il governatore della Liguria: “In Italia oggi un voto vale 50 euro, si scende fino ai 20 euro in occasione delle amministrative in Campania. Un tempo i partiti promettevano un lavoro, oggi poche decine di euro”.
- Giovanni Toti arrestato per corruzione: i presunti contatti con Cosa Nostra
- Saviano: il prezzo di una preferenza varia, è un mercato
- L'inchiesta: Giovanni Toti e i finanziamenti alla fondazione Change
Giovanni Toti arrestato per corruzione: i presunti contatti con Cosa Nostra
L’autore di Gomorra ha analizzato alcuni aspetti che hanno portato il presidente della Liguria agli arresti domiciliari.
Roberto Saviano si è soffermato soprattutto sul legame tra criminalità organizzata e politica.
In particolare è stato evidenziato come nel caso specifico, secondo gli inquirenti, Cosa Nostra si sarebbe limitata a offrire un servizio, cioè a mettere a disposizione dei pacchetti di voti.
Il riferimento è ad Arturo Angelo e Italo Maurizio Testa, originari di Caltanissetta e poi trasferitisi nella pianura bergamasca: per entrambi il tribunale di Genova ha disposto l’obbligo di dimora a Boltiere.
I due sono considerati rappresentanti della comunità riesina di Genova, sono accusati di corruzione elettorale aggravata per aver agevolato il clan Cammarata del Mandamento di Riesi e radicato anche a Genova.
Entrambi sono stati sospesi da Forza Italia.
Saviano: il prezzo di una preferenza varia, è un mercato
Saviano ha spiegato come nel 1980 a un voto “comprato” dalle mafie corrispondesse la promessa di un posto di lavoro, mentre oggi bastano poche decine di euro per acquistare una preferenza.
Il giornalista ha fatto esempi concreti, ricordando come da alcuni procedimenti giudiziari in corso si sappia ad esempio che un pacchetto da 40mila voti vale circa 250 mila euro.
“Quello dei voti è a tutti gli effetti un mercato – ha specificato Saviano – tanto è vero che gli 80 euro di Renzi è il reddito di cittadinanza hanno fatto schizzare alle stelle il prezzo del singolo voto e in alcuni periodi le organizzazioni criminali hanno dovuto pagare di più chi era disposto a rinunciare alla propria libertà di voto”.
L’inchiesta: Giovanni Toti e i finanziamenti alla fondazione Change
Tra le accuse nei confronti di Toti c’è quella di aver ricevuto, attraverso la fondazione Change, 195 mila euro da Pietro Colucci, il “re delle discariche”.
L’imprenditore avrebbe versato tale cifra tra il 2017 e il 2020 alla fondazione e in parte al comitato Giovanni Toti, entrambi legati al presidente della Liguria.
L’inchiesta è partita proprio dai rapporti tra Toti e Colucci, gestore di alcune discariche nella provincia di Savona tramite le società Green Up srl e Ecosavona srl, riconducibili a Colucci, il quale aveva avuto e aveva pendenti procedimenti amministrativi presso la Regione.