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Gianfranco Fini e il declino dopo la lite con Silvio Berlusconi: scambiato per un attore al supermercato

Gianfranco Fini torna sui rapporti con Silvio Berlusconi dopo la famosa lite all'Auditorium della Conciliazione di Roma: l'aneddoto del supermercato

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Gianfranco Fini è tornato a parlare del suo rapporto con Silvio Berlusconi, culminato con la lite del 2010 all’Auditorium della Conciliazione di Roma, che ne sancì l’espulsione dal Popolo della libertà, co-fondato proprio insieme al Cavaliere. Da allora sono passati tanti anni e Fini, arrivato a essere anche presidente della Camera, piano piano è stato sempre più dimenticato. Lo ha raccontato lui stesso, affermando che una coppia di anziani, al supermercato, lo ha scambiato per un attore.

La nostalgia per il potere

Nell’intervista concessa a Il Foglio, Gianfranco Fini ha confessato di avere “nostalgia degli anni del potere, credo sia umano. Ma non ne soffro eccessivamente”.

Poi, pur riconoscendo i tanti privilegi, ha citato una frase di Pietro Nenni, dopo la nascita del primo governo di centrosinistra, nel 1963: “Da una vita sognavo di entrare nella stanza dei bottoni. La stanza l’ho trovata, i bottoni però non ci sono”.

Gianfranco Fini in uno scatto nell’ottobre 2024

L’aneddoto del supermercato

E che Gianfranco Fini il potere lo abbia perso da un pezzo è lui stesso a sottolinearlo raccontando un aneddoto, proprio al Foglio:

“Mi è successa una cosa esilarante qualche anno fa. Un giorno vado al supermercato, da solo. Che per me era quasi un luogo mitologico, non ci mettevo piede da 40 anni. Quindi stavo lì con la gioia quasi infantile di chi scopre assolute novità: il carrello. Mi divertivo a riempirlo. A un certo punto, tra gli scaffali, incrocio una coppia di anziani. Ha presente la sorella di Aldo Fabrizi (la Sora Lella, ndr)? La signora era uguale. Mentre il marito era più anziano con un apparecchio Amplifon e l’antennina all’orecchio. Insomma a un certo punto ci scontriamo con i carrelli, io e la signora. E lei prende a fissarmi. Mi inchioda con lo sguardo e non muove un muscolo. Non sorride. Non si arrabbia. Non manifesta alcun tipo di sentimento. Allora nemmeno io sorrido, non parlo, semplicemente indietreggio e mi allontano col carrello. Appena sono un po’ distante, avverto la voce molto alta della signora rivolta al marito sordo: ‘Ah Nando, ma hai visto chi c’è? Nun me ricordo che film ha fatto quello là’. Tutto passa. Tutto si dimentica”.

La lite con Berlusconi all’Auditorium della Conciliazione di Roma

Il 29 luglio 2010 Gianfranco Fini uscì dal Popolo della Libertà, che aveva fondato con Silvio Berlusconi, al culmine di una lite in diretta tv proprio col Cavaliere.

Dopo quel famoso “Che fai, mi cacci?” Fini venne espulso e, da allora, ha giurato al Foglio, “non l’ho mai più cercato, né lui ha mai più cercato me”.

E ancora:

“Era un impresario e un uomo che comandava. Punto. E quindi non dovevo accettare la proposta di dare vita al partito unico. All’inizio parlai  di comiche finali, se ricorda. Poi mi feci convincere perché a sinistra era nato il Pd. Pensavo si dovesse rispondere, e pensavo si dovesse rafforzare il bipartitismo. Per lui, soprattutto negli ultimi tempi, governare e comandare erano due sinonimi. Il comando è tipico delle gerarchie militari o dei capitani di industria. Ma non in politica. Io e lui non potevamo convivere. Berlusconi è stato un politico abilissimo in alcune intuizioni, ma è stato un uomo che in altri momenti difettava di quello che si suol chiamare il senso dello Stato o delle istituzioni (…). Ha introdotto un modo di ragionare e vedere le cose che all’inizio mi faceva sorridere. Mi sembrava una roba da matti. Vedeva ogni cosa come un prodotto da vendere. Ha cambiato per sempre la politica italiana, basta vedere com’erano le campagne elettorali prima di Berlusconi, per capirlo. Non è stato un innovatore, è stato un rivoluzionario (…). Non era soltanto marketing e propaganda. Lui portò nel programma di Governo idee profondamente liberali. E portò anche uomini che quelle idee le sapevano incarnare”.

Chi è Gianfranco Fini

Gianfranco Fini è nato a Bologna il 3 gennaio 1952, tra pochi giorni compirà 73 anni.

Deputato dal 1983 al 2013, presidente della Camera dal 2008 al 2013, aveva esordito in politica da segretario nazionale del Fronte della Gioventù e del Movimento sociale italiano, diventando in seguito presidente di Alleanza nazionale dal 1995 al 2008, quando il partito si sciolse per confluire nel Popolo della Libertà fondato con Silvio Berlusconi, di cui è stato delfino prima e nemico poi.

Dopo l’uscita dal Pdl in seguito alla lite con Berlusconi, Fini ha fondato Futuro e Libertà per l’Italia, assumendone la presidenza dal 2011 al 2013.

Dati gli insuccessi elettorali, il partito si è dissolto ufficialmente nel 2015.

Fonte foto: IPA

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