Chi è George Soros: patrimonio, scandalo lira, migranti e ong
Chi è, davvero, il magnate ungherese e perché è tanto amato dalla sinistra mondialista quanto contestato dalla destra sovranista.
George Soros, classe 1930, è un multimiliardario, finanziere, magnate, filantropo e attivista ungherese naturalizzato statunitense, conosciuto in tutto il mondo per la sua ricchezza, ma anche per le sue battaglie.
Fondatore e presidente del Soros Fund Management, con un patrimonio netto di 8,3 miliardi di dollari ad aprile 2020, occupa il 56esimo posto della classifica Forbes delle persone più ricche negli Usa, e il 162esimo a livello globale.
Personaggio discusso e controverso, adorato dalle sinistre mondialiste e detestato dalle destre sovraniste, Soros è stato al centro di alcuni dei dibattiti geopolitici più caldi della storia recente.
Chi è George Soros
Nato a Budapest da genitori ebrei (spesso viene definito proprio con l’epiteto “sionista” in senso spregiativo), Soros è riuscito a sopravvivere all’occupazione nazista dell’Ungheria. Ancora ragazzo, durante l’Olocausto aiuta il padre a falsificare i documenti per aiutare i connazionali a fuggire dall’Ungheria.
Scappato nel Regno Unito nel 1947, si laurea alla London School of Economics con un master in Filosofia, sotto la cattedra del grande Karl Popper, di cui applica i precetti proprio in campo economico-finanziario.
A Londra tenta il successo avviando il suo primo hedge fund, il Double Eagle, nel 1969. Reinveste gli utili l’anno successivo creando il Soros Fund Management. Oggi Soros continua ad essere a capo del Soros Fund, diventato Quantum Fund, e guida le fondazioni benefiche Open Society Foundations. Il nome scelto, “Open Society”, deriva dalla “società aperta” coniata proprio dal suo maestro Popper: l’idea di fondo è lavorare per costruire appunto una società libera e aperta, contro ogni forma di dittatura.
Come ha fatto Soros a diventare così ricco?
Ma da dove arriva tutta la sua ricchezza? Soros è riuscito a fare fortuna diventando uno dei più grandi speculatori del mondo sui mercati finanziari globali.
Si fa già notare agli inizi degli anni Ottanta con il suo Quantum Fund, cresciuto in pochissimo tempo, fino ad arrivare a 381 milioni di dollari in attività. Il suo patrimonio è stimato in 100 milioni di dollari. Già allora qualcuno inizia a definirlo “il più grande gestore di denaro al mondo”.
Ma la sua ricchezza la deve soprattutto all’ormai celebre “scommessa” fatta nel 1992 contro la sterlina e la lira. Dopo aver ottenuto profitti per oltre 1 miliardo di dollari, con un rendimento del suo Quantum Fund del 35% annuo, Soros si è aggiudicato persino il soprannome di “uomo che ha distrutto la Banca d’Inghilterra“. Si stima che quell’anno Soros abbia ampliato la sua fortuna personale di ben 650 milioni di dollari.
Le operazioni contro la sterlina e la lira nel “mercoledì nero” del 1992
Con una sequenza da maestro di furbissime speculazioni finanziarie, Soros riesce letteralmente a “sbancare”, legalmente, prima la Banca d’Inghilterra e poi la Banca d’Italia. Come? Il 16 settembre 1992, passato alla storia come il “mercoledì nero”, vende sterline a pronti contro termine per un valore complessivo di 10 miliardi di dollari, costringendo la Banca d’Inghilterra a svalutare la sterlina e guadagnando così in un giorno solo una cifra stimata in 1,1 miliardi di dollari. Il costo stimato del “mercoledì nero” per il Tesoro britannico è stato di 3,4 miliardi di sterline.
Esegue la stessa operazione contro la lira italiana. Affiancato da altri speculatori, vende lire allo scoperto, costringendo la Banca d’Italia ad una pesantissima svalutazione. La lira chiude con una perdita di valore del 30% e si trova costretta ad uscire dal vecchio Sistema monetario europeo. Alle accuse di essere stato il fomentatore dell’”attacco speculativo contro l’Italia”, ha sempre risposto che è stata “una legittima operazione finanziaria”. “Mi sono basato sulle dichiarazioni della Bundesbank, che dicevano che la banca tedesca non avrebbe sostenuto la valuta italiana. Bastava saperle leggere”.
Soros e i diritti civili
Accusato di essere uno speculatore senza scrupoli, condannato per insider trading su Société Générale, acerrimo nemico del presidente Usa Donald Trump (dopo l’elezione nel 2016 di The Donald ha perso quasi 1 miliardo di dollari) e del presidente ungherese Viktor Orban, Soros ha finanziato alcuni dei più grandi movimenti della storia recente, dal movimento anti-Apartheid a quelli per la riunificazione della Germania.
Soros ha donato più di 11 miliardi di dollari per varie cause filantropiche. Le sue donazioni a iniziative civiche per ridurre la povertà e aumentare la trasparenza e per borse di studio e università in tutto il mondo hanno raggiunto i 12 miliardi di dollari. Notevole anche il suo apporto nella transizione pacifica dal comunismo al capitalismo dell’Europa orientale alla fine degli anni ’80 e agli inizi degli anni ’90, finanziando anche con una delle più grandi donazioni di sempre la creazione della Central European University di Budapest.
Soros, i migranti e le ong
Sostenitore dei diritti civili, finanziatore dei tanti gruppi attivi a favore dei diritti umani nel mondo, vicino al Partito democratico Usa e in Italia a Emma Bonino (il suo partito +Europa nel 2019 ha ricevuto 200mila euro proprio da lui), paladino della globalizzazione e del liberalismo, ha più volte aiutato le ong a salvare i migranti in fuga nelle acque del Mediterraneo.
Amato dalla sinistra liberista proprio per il suo attivismo nel campo dei diritti umani, per lo stesso motivo viene duramente contestato dalla destra, che da tempo lo accusa di avere un “piano” per traghettare i migranti in Italia e in Europa e portare a compimento una vera e propria “sostituzione etnica”.
Il “piano Soros” e il “piano Kalergi”
Alla base di questa operazione, sempre secondo i partiti e i movimenti razzisti e xenofobi, ma anche le più “morbide” posizioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, la necessità di scardinare via via i diritti dei lavoratori, abbattere il costo del lavoro con un appiattimento dei salari, e consolidare una globalizzazione selvaggia dove la forbice tra ricchi e poveri si allarga sempre di più. Un mondo di “schiavi”, per dirla alla Salvini.
L’idea di un piano di sostituzione etnica in realtà affonda le sue radici in qualcosa che va oltre Soros e i suoi. La crisi dei migranti, secondo queste teorie cospirazioniste, è in realtà parte del cosiddetto “Piano Kalergi”, cui si ispirerebbero i potenti del pianeta (banche, organizzazioni internazionali, politici, miliardari, case farmaceutiche, ecc.) per sostituire le “razze europee” attraverso l’accoglienza di milioni di migranti, contribuendo in questo modo a smantellare la cultura europea e a creare un popolo debole e facilmente manipolabile, intellettualmente ed economicamente.