Gennaro Ramondino ucciso a Pianura vicino Napoli, arrestato un 16enne: ha bruciato il corpo dopo l'omicidio
Sarebbe un 16enne il responsabile dell'omicidio di Gennaro Ramondino, il 20enne i cui resti sono stati ritrovati a Pianura, quartiere della periferia occidentale di Napoli
Prima avrebbe commesso l’omicidio, poi bruciato il corpo della vittima. Sarebbe un pusher di 16 anni il responsabile della morte di Gennaro Ramondino, il 20enne i cui resti carbonizzati sono stati ritrovati lo scorso 1° settembre tra alcune sterpaglie a Pianura, quartiere della periferia occidentale di Napoli, nel corso di un intervento dei Vigili del Fuoco. Il movente del delitto sarebbe legato ad alcuni dissidi relativi alla gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti in zona.
- L'omicidio di Gennaro Ramondino nel quartiere Pianura di Napoli
- Il ritrovamento del corpo
- La dinamica dell'omicidio
L’omicidio di Gennaro Ramondino nel quartiere Pianura di Napoli
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti che hanno portato all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 16enne, il minorenne – vicino alla banda criminale guidata da Massimo Santagata – sarebbe l’autore dell’omicidio.
La Polizia ha eseguito la misura lo scorso mercoledì 18 ottobre, dopo le indagini svolte dalla Squadra Mobile col coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia e della Procura per i Minorenni.
Precedentemente, il 16enne sarebbe stato protagonista anche di una sparatoria per la quale era stato arrestato il suo boss, in occasione della quale un gruppo di baby criminali aveva cercato di assassinare un pregiudicato del quartiere Pianura.
Il ritrovamento del corpo
Il cadavere di Ramondino era stato rinvenuto lo scorso 1° settembre in via Torre Poerio, alla periferia del quartiere di Napoli.
Alcuni Vigili del Fuoco, intervenuti per spegnere delle fiamme, avevano ritrovato i resti della vittima.
Secondo le ricostruzioni emerse successivamente, a uccidere il ragazzo erano stati dei colpi da arma da fuoco.
La dinamica dell’omicidio
L’omicidio sarebbe avvenuto in un sottoscala in via Comunale Napoli, luogo utilizzato normalmente come piazza di spaccio.
Dopo aver sparato a bruciapelo a Ramondino, il killer avrebbe trasportato il cadavere in aperta campagna insieme ad alcuni complici.
Le motivazioni che avrebbero portato a un tale gesto sarebbero da ricollegare a dissidi inerenti la gestione dello spaccio di droga e alla suddivisione dei guadagni provenienti da quest’ultimo.