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Gas, Gazprom riduce le forniture del 15% all'Italia: annuncio dell'Eni. Cosa succede ora e quali sono i rischi

Gazprom ha comunicato a Eni la riduzione del 15% dei flussi di gas: cosa sta accadendo

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Gazprom taglia parte delle forniture di gas all’Italia. Lo ha riferito Eni poco fa, tramite una nota, spiegando che “Gazprom ha comunicato una limitata riduzione delle forniture di gas per la giornata di oggi, pari a circa il 15%”. Per il momento il colosso russo non ha reso noto il motivo della scelta operata. “Le ragioni della diminuzione non sono state al momento notificate”, ha dichiarato un portavoce di Eni interpellato dall’AGI aggiungendo che la società “sta costantemente monitorando la situazione”.

Forniture di gas all’Italia, come funziona

Da Passo Gries, ossia al confine tra la provincia del Verbano Cusio Ossola e lo svizzero Canton Vallese, nel frattempo, come spiega Il Corriere della Sera, giunge in Italia il gas proveniente da Norvegia e Paesi Bassi attraverso il gasdotto Transitgas che si collega con il Trans Europa Naturgas Pipeline a Wallbach (nel Nord della Svizzera, al confine con la Germania) e con la rete GDF-Gaz De France a Rodersdorf (nel Nord-Ovest della Confederazione, al confine con la Francia). Ha una capacità di circa 18 miliardi di metri cubi all’anno, di cui circa 2,5 miliardi sono destinati al mercato svizzero.

La scelta di Mosca di tagliare del 40% i flussi verso Berlino tramite il gasdotto Nord Stream (ufficialmente per mancanza di ricambi Siemens per effetto delle sanzioni europee) non ha un contraccolpo diretto sulle forniture verso l’Italia attraverso il punto di transito di Passo Gries.

Tuttavia può avere ripercussioni indirette sulle forniture al Bel Paese in quanto la Germania, che si ritrova senza una parte rilevante di metano, deve necessariamente diversificare gli approvvigionamenti pompando con più intensità da Norvegia e Paesi Bassi. Al di là di tutto, c’è una verità incontrovertibile: l’Italia, senza gas, rischia di trovarsi in una situazione alquanto difficoltosa non appena sarà passata l’estate.

In quale situazione la rete andrebbe al collasso

Il professor Maurizio Fermeglia, già rettore dell’università di Trieste, sempre come riferito dal Corsera, ha spiegato la situazione, raccontando che il gas serve per gestire i picchi di domanda giornalieri. Fermeglia ha delucidato che la potenza della rete elettrica nazionale è tarata su un minimo di 30 gigawatt al giorno fino ad un massimo di 50-60 per l’assorbimento dalle grandi utenze industriali.

Premesso ciò, il sistema elettrico nazionale gestito da Terna deve avere la possibilità di erogare almeno 30 gigawatt di potenza, perché altrimenti la rete andrebbe al collasso. All’incirca una ventina di gigawatt arrivano dall’idroelettrico, ma i restanti 10-12 devono giungere per forza dal termoelettrico alimentato a gas. Non c’è alternativa al momento.

In breve, non si può assolutamente fare a mane del metano. Il professore ha aggiunto che ci vorranno anni per uscire da questa materia prima anche se la Commissione Ue pone al 2030 l’obiettivo di ridurre al 20% la quota di gas necessaria alla generazione di elettricità.

L’audizione al Senato del presidente Arera

Nelle scorse ore il presidente di Arera, Stefano Besseghini, è stato protagonista di un’audizione in Senato presso la commissione Industria ed ha spiegato che per ora, essendo estate, la domanda di gas è bassa. E che quindi il sistema non è sottopressione. Il problema, però, laddove ci siano forti tagli, lo si avrà nei mesi invernali.

Fonte foto: ANSA

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