NOTIZIE
STORIE

Funerali di Sammy Basso, il vescovo legge le ultime parole: la lettera del biologo alla famiglia e agli amici

La lettera di Sammy Basso letta dal vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto, ai funerali di Tezze sul Brenta

Pubblicato:

Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Venerdì 11 ottobre si sono tenuti i funerali di Sammy Basso, il biologo affetto da progeria morto a 28 anni lo scorso 5 ottobre. Tanti i momenti toccanti, su tutti la lettera scritta per la famiglia e gli amici, poi diffusa dal vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto. Quali sono state le sue ultime parole.

La lettera di Sammy Basso a famiglia e amici letta ai funerali

Il vescovo di Vicenza, Giuliano Brugnotto, ha specificato che Sammy Basso aveva consegnato una lettera ai genitori, chiedendo loro di aprirla solo dopo la sua morte.

Il monsignore, poi, ha letto il testo durante i funerali:

Carissimi, se state leggendo questo scritto non sono più nel mondo dei vivi. Perlomeno in quello per come lo conosciamo. Scrivo questa lettera per dare l’ultimo saluto ai propri cari è una delle cose più umane e poetiche in assoluto. Quando pensavo a come sarebbe stato il mio funerale non sopportavo due cose: non esserci e non poter consolare i miei cari. Per questo ho deciso di scrivere le mie ultime parole, ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che io non abbia vissuto. Dirò solo l’essenziale, senza cose superflue o altro. Ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, da semplice uomo: con momenti di gioia e momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte. E a volte fallendo miseramente. Fin fa bambino la progeria ha influenzato la mia vita. Ha influenzato molto la mia vita quotidiana e le mie scelte. Non so come andrò via da questo momento. Qualcuno dirà che non ho vinto la battaglia con la malattia. Non ascoltateli, non c’è stata nessuna battaglia. Ho cercato di vivere più pienamente possibile, tuttavia ho fatto i miei sbagli come ogni persona, come ogni peccatore. Sognavo di essere una persona che finisse sui libri, che fosse degna di essere ricordata, che come i grandi del passato venisse nominata con riverenza. Una parte di questo desiderio era anche dovuto a egoismo, di chi vuole sentirsi di più degli altri. Ho lottato contro questo malsano desiderio, sapendo bene che Dio non ama chi fa le cose per sé, ma non sempre ci sono riuscito. Mi rendo conto ora che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito è avere amato tante persone nella mia vita. Questa è la mia ultima occasione per dare un consiglio: amate chi vi sta intorno, i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma il fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare. Per buona parte della mia vita ho pensato che dipendesse da noi vedere i lati belli o oscuri: una buona filosofia di vita, ma non è tutto. Un evento può essere totalmente negativo. Cosa spetta a noi non è trovarci qualcosa di positivo, ma reagire sulla retta via e per l’amore degli altri trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare il lato positivo, ma di crearlo. La facoltà che ci ha dato Dio, che più di tutti ci rende umani. Voglio bene a tutti voi, è stato un piacere compiere la strada della mia al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Qualcuno magari piangere. Qualcuno avrà voglia di andare fuori con gli amici, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo: è normale, così come è normale essere tristi. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio. Se vorrete ricordarmi, invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari: pregate, certo, ma brindate alla mia e alla vostra salute. Ho sempre amato stare in compagnia, perciò è così che vorrei essere ricordato. Non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita, anche perché non è vero. Vi voglio parlare schiettamente del passo che ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte. Una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo: se vogliamo usare un paradosso, è la cosa più naturale della vita e ci fa paura. Non c’è niente di male, anche Gesù ha avuto paura, perché è la paura dell’ignoto. Ma pensiamo alla morte in modo positivo: se non ci fosse non concluderemmo nulla nella nostra vita, perché tanto c’è sempre un domani. Invece, se vogliamo fare qualcosa il momento giusto è ora. Per un cristiano la morte è anche altro: da quando Gesù è morto sulla croce come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l’unico modo per vivere realmente, tornare alla casa del padre e vedere finalmente il suo volto. Da cristiano ho affrontato la morte: non volevo, non ero pronto, ma ero preparato. L‘unica cosa che mi dà malinconia è non esserci per vedere il mondo che va avanti. Ma spero di essere riuscito a vedere la morte come l’ha vista San Francesco, che mi ha accompagnato per tutta la vita: come sorella morte, da cui nessuno può scappare. Se in vita mia sono stato degno, se ho portato la croce come mi era stato chiesto, ora sono dal Creatore, nella sua casa, l’unico vero Dio. Davanti alla morte nulla ha più senso, se non lui. Come ho ringraziato voi, ringrazio anche lui: devo tutta la mia vita a Dio. La fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia fede. Ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta e ne ha fatto qualcosa di straordinario. Non stancatevi mai di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti perché nulla ha senso senza di lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata per decretare chi dovrà vivere in eterno e chi dovrà morire. Sono stato un peccatore, ma quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei. Non stancatevi mai di portare la croce che Dio vi ha assegnato e non abbiate paura di farvi aiutare, come Gesù. Accettate di buon grado la volontà di Dio poiché è nostro dovere, ma non siate passivi, fate sentire forte la vostra voce, come Giacobbe. Di sicuro Dio apprezzerà i vostri sforzi e vi terrà nel suo cuore. Vi lascio, non amo i funerali quando diventano molto lunghi: non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi. Sono contento che domani il sole spunterà ancora. Famiglia mia, fratelli miei, amore mio: vi sono vicino e, se mi è concesso, veglierò su di voi. Vi voglio bene. Sammy. PS: state tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato”.

I ricordi degli amici di sempre

Durante la cerimonia, anche le parole di amici ed ex compagni di scuola pronunciate durante i funerali di Sammy Basso hanno strappato sorrisi e applausi alle 5 mila persone presenti nel campo sportivo di Tezze sul Brenta.

Fonte foto: IPA
Funerali di Sammy Basso, anche Zaia e Ciriani tra le 5 mila persone a Tezze sul Brenta: le immagini

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963