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Focolaio a Bologna, lavoratori "terrorizzati": ipotesi lockdown

I sindacati hanno chiesto un incontro con Bonaccini e Merola per valutare un possibile lockdown

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Sono 27 i nuovi casi di positività relativi al focolaio di Bologna, che si sommano ai 64 censiti fino a ieri. Lo ha comunicato la Regione Emilia-Romagna che, nelle ultime 24 ore, rileva, nel complesso 46 nuovi casi. Per questo motivo, si pensa a una possibile chiusura dell’attività.

Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna, ha dichiarato all’Ansa: “Siamo in attesa per domani dei risultati dei tamponi eseguiti anche ad amministrativi, autisti e altro personale. Faremo una valutazione del focolaio: se ci sono evidenze epidemiologiche e condizioni specifiche, per come si è manifestato, potrebbe essere una strada da percorrere quella di proporre la sospensione dell’attività“.

Sono “terrorizzati” i lavoratori della Bartolini per via del focolaio in un magazzino di Bologna. A dirlo è Maurizio Lago, segretario della Uil Trasporti Emilia-Romagna. La richiesta del sindacato è esplicita, come ha riferito all’Ansa: “Noi stiamo chiedendo di fare un lockdown di quel sito. Andrebbe bloccato tutto. Qui si parla della salute dei lavoratori e per noi tra la produzione e la salute dei lavoratori non ci sono dubbi”.

“Se fossero stati rispettati i protocolli di sicurezza, il contagio non sarebbe partito. Andrebbe bloccato tutto. Invece hanno messo in quarantena solo la cooperativa interna, secondo noi è sbagliatissimo”, ha aggiunto il segretario della Uil.

Parere simile quello del sindacato Cobas, che ha auspicato “un incontro urgente” con il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e il sindaco di Bologna Virginio Merola “per aprire un tavolo di confronto che definisca i criteri di sicurezza e le modalità che permettano ai lavoratori di lavorare in sicurezza”.

“Il mondo della logistica – ha riferito all’Ansa Aldo Cosenza, segretario generale della Fit-Cisl regionale dell’Emilia-Romagna – è un mondo particolare, è un settore ad alto rischio, perché queste persone lavorano molto a contatto e poi le spedizioni vengono consegnate nelle case di ognuno di noi. In questo momento serve un surplus di attenzione”.

“Io penso che le aziende mettano in pratica le regole – ha spiegato Cosenza – ma il problema sono i preposti al controllo, che sono pochi. E poi è una delle lavorazioni più a rischio per lo stretto contatto che c’è tra le persone”.

Fonte foto: Ansa
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