Ferrara contro Travaglio per la vignetta di Mannelli sugli ebrei uscita sul Fatto Quotidiano: botta e risposta
Scontro tra Giuliano Ferrara e Marco Travaglio dopo che sul Fatto Quotidiano è apparsa una vignetta sugli ebrei
Botta e risposta al vetriolo tra Giuliano Ferrara e Marco Travaglio. Ad innescare lo scontro tra i due giornalisti una vignetta sugli ebrei pubblica sul Fatto Quotidiano.
- Scontro duro tra Travaglio e Giuliano Ferrara per la vignetta sugli ebrei
- Ferrara: "Travaglio fascista e corsivista dei giochi di parole"
- Travaglio: "Dispiace che Ferrara non prenda più i soldi dalla Cia"
Scontro duro tra Travaglio e Giuliano Ferrara per la vignetta sugli ebrei
“L’antisemitismo alla carbonara nelle vignette del Fatto che svela il volto di un giornale aguzzino dell’intelligenza e della satira”, ha tuonato Ferrara nel titolo apparso sulla prima pagina de Il Foglio.
Il giornalista romano ha attaccato duramente Travaglio, direttore del Fatto, per via della vignetta di Mannelli che mostra Netanyahu con la kippah e la didascalia: “L’ebreo (ab)errante”.
“La vignetta satirica – ha scritto Ferrara – è un recinto sacro. Per dissacrarla con l’antisemitismo ci vogliono o l’ispirazione omicida degli anni Trenta tedeschi, conseguenze serie, oppure la stupidità di un giornale che celebra i suoi quindici anni di pura mer…a radunando tanta bella gente intorno al concetto di ebreo (ab)errante o all’idea che per essere più crudele Putin abbia bisogno di una sola cosa, la circoncisione”.
Ferrara: “Travaglio fascista e corsivista dei giochi di parole”
Spazio poi a un attacco diretto al collega Travaglio definito un “fascista di destra e corsivista dei giochi di parole, come ricordava Cossiga“. E ancora, Ferrara ha dipinto Il Fatto Quotidiano, con le sue “vignette da Terzo Reich“, come un “fogliaccio” e un “piccolo organo della russificazione delle menti e dei cuori pulsanti della brutta gente che li circonda”.
“L’opinionismo – ha aggiunto Ferrara – contro gli ebrei può dunque avere vita facile e complicità illustri in questo mondo di caricatura della libertà e della critica“.
“Non è scandaloso – ha concluso il giornalista romano – che profughi-bambini e in parte inconsapevoli del passato regime fascista si accaniscano contro la democrazia e le sue regole, vestendo i panni dei censori della classe dirigente. Dei partiti e dell’Italia sopravvissuta nonostante tutto alla crisi e alla scomparsa dei partiti, importante è che non smettano di mostrare il loro vero volto di aguzzini dell’intelligenza, della fantasia, del racconto almeno verisimile, della critica e della satira”.
Travaglio: “Dispiace che Ferrara non prenda più i soldi dalla Cia”
“Ma secondo lui la vignetta l’ho fatta io?”, la prima reazione di Travaglio, che poi ha subito pungolato Ferrara sfoderando l’arma dell’ironia unita a un caustico sarcasmo.
“Spiegare le battute a chi non le capisce è già triste – ha scritto Travaglio -, ma spiegare le vignette degli altri a chi non le capisce è inutile. Mi spiace che Ferrara non prenda più soldi dalla Cia per fare la spia – lo ha raccontato lui – altrimenti glielo spiegherebbero i suoi amici americani”.