NOTIZIE
PREZZI

Federal Reserve potrebbe lasciare i tassi invariati anche dopo marzo senza tagli: rischi legati all'inflazione

La Fed mantiene invariati i tassi di interesse in attesa di segnali "veri" dall'inflazione

Pubblicato: Aggiornato:

Luca Bucceri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e della politica, scrive anche di attualità ed economia. Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano e lavorare per importanti testate.

La Federal Reserve (Fed), la banca centrale statunitense, ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse. Una scelta, ha sottolineato il presidente Fed Jerome Powell, legata all’andamento dell’inflazione e con la possibilità di avere un taglio nel futuro, ma non imminente.

Tassi invariati dalla Federal Reserve

Tassi invariati nella forchetta che va dal 5,25% al 5,50%, uno dei dati più alti dal 2001. Questa la decisione della Federal Reserve americana, che ha scelto di non tagliare i tassi per marzo. Un’opzione che, al momento, non sarebbe probabile, ma che la Fed non esclude in vista della politica di riduzione del bilancio.

Come riferito dal presidente Powell, infatti, la politica monetaria è ottimista, ma non ancora tanto da prendersi il rischio di abbassare prematuramente i tassi.

Le prospettive economiche, infatti, sarebbero ancora incerte e la Fed vuole controllare in maniera attenta l’andamento dell’inflazione.

Il segnale sperato dall’inflazione

Alla base della decisione della Federal Reserve di non variare i tassi di interesse c’è proprio l’andamento dell’inflazione. Oggi al 3,4%, il dato non soddisfa a pieno la Fed.

Powell, infatti, ha sottolineato che l’obiettivo del 2% è vicino, ma l’interesse della banca centrale americana è quello che l’inflazione non aumenti né tantomeno si attesti con stabilità attorno a quella percentuale.

Jerome Powell, presidente della Federal Reserve

Da parte della Federal Reserve infatti c’è l’interesse non di avere dati migliori, ma che ci sia una “continuazione di dati migliori”.

In poche parole, Powell ha sottolineato che l’attuale andamento in miglioramento può essere una buona notizia, ma bisogna capire se “sei mesi di buoni dati di inflazione ci stanno inviando un vero segnale”.

Non stiamo dichiarando vittoria sull’inflazione, nonostante i progressi incoraggianti” ha detto Jerome Powell, ribadendo ancora una volta che il taglio dei tassi di interesse a marzo “non è probabile”.

La reazione di Wall Street

E intanto Wall Street, che probabilmente si aspettava un atteggiamento più aperto sull’allentamento monetario, ha reagito negativamente alla decisione della Fed. Gli indici, dal Dow Jones a Nasdaq e S&P, hanno infatti segnato un netto calo: Dow Jones -0,82% , Nasdaq -2,23% , S&P 500 -1,61%.

Ora l’attesa è tutta sulla decisione della Bank of England e, successivamente, sulla Bce che dovrà pronunciarsi sui tassi il prossimo 7 marzo.

Fonte foto: ANSA

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963