Fase 2, il coronavirus è mutato? Cosa dicono gli esperti
Il dibattito circa l'ipotesi che il coronavirus sia mutato nel corso dell'emergenza, divenendo meno aggressivo, è ancora aperto
L’epidemia di coronavirus in Italia è ormai entrata in una fase discendente, con il costante calo di terapie intensive, ricoveri, decessi e nuovi casi. È lecito chiedersi, dunque, se il virus non sia mutato, divenendo meno aggressivo; il punto su cui tutti concordano è che non c’è ancora evidenza scientifica che dimostri la mutazione, ma sono molte le voci di esperti, virologi e medici che hanno provato a dare una risposta alla domanda, sulla base delle osservazioni fatte durante i mesi dell’emergenza.
Il coronavirus è mutato? L’opinione di Brusaferro
Da un lato abbiamo la cauta opinione per cui il virus non sarebbe mutato, condivisa dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha dichiarato: “Non ci sono elementi per poter dire che il virus è mutato. È un’ipotesi che va studiata, ma ad oggi non è sostenuta da un’evidenza scientifica”.
L’opinione di Pregliasco: “Purtroppo il virus non è cambiato”
Il virologo Fabrizio Pregliasco, pur avendo osservato che il virus è diventato “meno invasivo”, ha comunque ricordato che non c’è una prova scientifica che supporti l’ipotesi della mutazione. A Rai Radio Due ha inoltre precisato: “Purtroppo il virus non è cambiato, anzi avendo avuto un maggior spettro di casi stiamo scoprendo cose nuove.
L’opinione di Ricciardi: “Il virus è sempre lo stesso”
All’Adnkronos Salute, Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, ha sostenuto con forza l’idea che il virus non sia mutato: “Dal punto di vista microbiologico ed epidemiologico, il virus è sempre lo stesso“.
L’opinione di Bassetti: “Meno casi gravi”
Di tutt’altro avviso è invece Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. All’Adnkronos Salute ha dichiarato: “I numeri si sono ridotti, arrivano meno casi gravi. La mia sensazione di pancia, di chi ha visto il virus in faccia e non è stato dietro una scrivania, è che questo virus ha perso la forza iniziale”.
L’opinione di Remuzzi: “Situazione diversa rispetto a 2 mesi fa”
Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ha detto durante la trasmissione Piazzapulita su La7: “Le persone contagiate oggi stanno decisamente meglio rispetto a quelle infettate 2 mesi fa”. L’esperto ha quindi sottolineato che “continuano a diminuire le terapie intensive e i ricoveri nei reparti normali. Prima arrivavano nei pronto soccorso 80 persone, tutte con difficoltà respiratorie gravi, oggi ne arrivano 10, e 8 le puoi mandare a casa”.
L’opinione di Clementi: “Il coronavirus ha perso la sua potenza”
Anche Massimo Clementi, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, ha parlato di conseguenze meno gravi del contagio da coronavirus: “Se sono sicuro che possa diventare come un raffreddore? Sì, il coronavirus ha perso la sua potenza“. Poi ha aggiunto che “questa osservazione arriva in primo luogo dall’analisi del profilo clinico della malattia, che è mutato“.
L’opinione di Burioni: “Sono mutati gli italiani”
Una mediazione fra le due posizioni può essere quella del virologo Roberto Burioni, che è intervenuto a “Che tempo che fa” offrendo un’altra chiave di lettura: “Io non so se il virus è mutato, ma sono mutati gli italiani. Sono molto più coscienti del pericolo e del fatto che con i nostri comportamenti possiamo favorire o impedire il contagio”.