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I risultati delle Elezioni in Spagna: Paese 'ingovernabile', l'analisi. Male Vox, Popolari avanti a tutti

Elezioni in Spagna: i risultati e l'analisi. I popolari non sfondano, Vox malissimo, Sanchez rimonta

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Spagna senza maggioranza assoluta. Le elezioni nazionali hanno consegnato un quadro frammentato. Né destra né sinistra hanno ottenuto risultati in grado di garantire un governo numericamente solido. La prima forza è il Partito popolare, dietro cui si è posizionato quello del premier uscente Pedro Sánchez.

Male il partito di estrema destra Vox. Ha ottenuto 19 seggi in meno di quelli detenuti attualmente. Una batosta che ha spinto il leader, Santiago Abascal, a non apparire nella serata elettorale. Il suo portavoce ha infatti reso noto che è stata annullata la conferenza stampa prevista.

L’analisi del voto

La diga socialista ha tenuto, contro le previsioni dei sondaggi. Per Pedro Sánchez rimonta insperata. Vero che i popolari crescono, diventando il primo partito, ma non sfondano. Vox molto male.

Tradotto, la Spagna ha detto no all’accordo tra popolari e conservatori. Evidente che il voto ‘profondo’ ha bocciato l’idea di un Paese a trazione fortemente conservatrice. Ed ora? I socialisti possono tentare un approccio di accordo in Parlamento con catalani e baschi, cosa che pare assai improbabile che possano fare i popolari. Dunque non è del tutto da scartare l’ipotesi che Sánchez resti al governo.

I dati dello spoglio, Spagna ingovernabile

Il Partito Popolare conquista 136 seggi (ne aveva 83). Guadagnano 2 seggi anche i socialisti del premier Sanchez mentre Vox prende una forte batosta (da 52 a 33 seggi). La nuova formazione di sinistra Sumar al 12,3% con 31 seggi.

Al momento la Spagna è ‘ingovernabile’. Determinanti potrebbero essere a questo punto i partiti minori e indipendentisti che esprimerebbero una trentina di parlamentari.

  • PP – Partido Popular (Alberto Núñez Feijóo): 32,9% e 136 seggi.
  • PSOE – Partido Socialista Obrero Español (Pedro Sánchez): 31,8% e 122 seggi.
  • VOX – Vox (Santiago Abascal Conde): 12,4% e 33 seggi.
  • SUMAR – Coalición SUMAR (Yolanda Díaz Pérez): 12,3% e 31 seggi.
  • ERC – Esquerra Republicana de Catalunya (Gabriel Rufián Romero): 1,9% e 7 seggi.
  • JxCat – Junts per Catalunya (Miriam Nogueras): 1,6% e 7 seggi.
  • EH-BILDU – Euskal Herria Bildu (Mertxe Aizpurua Arzallus): 1,4% e 6 seggi.
  • EAJ-PNV – Euzko Alderdi Jeltzalea – Partido Nacionalista Vasco (Aitor Esteban): 1,2% e 5 seggi.
  • BNG – Bloque Nacionalista Galego (Néstor Rego): 0,6% e 1 seggio.
  • CC – Coalición Canaria (Cristina Valido): 0,4% e 1 seggio.
  • CUP – Candidatura d’Unitat Popular (Albert Botran Pahissa): 0,4%
  • ¡TERUEL EXISTE!: 0,1%
  • Altri: 3,0%


Il Pp di Alberto Nunez Feijòo era dato vincente dagli exit poll

Le elezioni in Spagna

Le urne sono state aperte dalle 9 alle 20 e sono stati chiamati a votare 37,4 milioni di cittadini per rinnovare le due camere del parlamento, da cui verrà nominato il nuovo governo.

Dei cittadini aventi diritto al voto, oltre 2,3 milioni sono residenti all’estero mentre 1,6 milioni sono ragazzi che hanno espresso la propria preferenza per la prima volta. Altri 2,5 milioni di persone hanno votato per posta.

Fonte foto: ANSA/IPA

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