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Esercito in campo contro i cinghiali dopo le ultime aggressioni e contro il rischio di peste suina

L'esercito italiano scende in campo contro i cinghiali: la popolazione va sfoltita di almeno un milione di esemplari. Si cerca di debellare la peste suina africana

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Misure drastiche contro i cinghiali: per contenere il numero di suini selvatici scende in campo l’esercito italiano. Lo scopo è quello di ridurre il rischio di aggressioni alla cittadinanza, ma anche contenere la peste suina africana che si propaga anche agli allevamenti di maiali causando gravissimi danni all’economia.

Esercito contro i cinghiali

La peste suina africana sta colpendo in particolare gli allevamenti del Nord Italia.

Esulta il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: “È stata finalmente accolta la nostra proposta di far scendere in campo l’esercito per fermare l’invasione dei 2,3 milioni di cinghiali presenti in Italia che causano incidenti, provocano danni alle coltivazioni e diffondono malattie”.

Si tratterà di una caccia di selezione: ad essere abbattuti soprattutto le femmine e i cuccioli.

Secondo quanto dichiarato dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana il supporto dell’esercito è stato garantito dal ministro della Difesa Guido Crosetto all’assessore regionale lombardo all’agricoltura Alessandro Beduschi.

I due, insieme al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, si sono incontrati giovedì 31 agosto a Roma per fare il punto sulla peste suina.

“Bisogna intervenire in maniera più dura di quanto non sia stato fatto fino a oggi – ha detto Fontana – perché il comparto suino per la nostra agricoltura è fondamentale”.

Rischio peste suina

La peste suina africana è in grado di portare alla chiusura di un intero allevamento. Per questo motivo è capitato che qualche allevatore abbia segnalato il focolaio in ritardo nella speranza di salvare l’allevamento.

“Purtroppo si sono verificate situazioni inaccettabili da parte di qualcuno che non ha denunciato, come avrebbe dovuto, la presenza della malattia nel proprio allevamento”, ha confermato Fontana.

La Lombardia ha già deciso lo stop alla movimentazione dei suini se non c’è un via libera sanitario.

Si moltiplicano le aggressioni dei cinghiali

Al di là del rischio sanitario, le aggressioni dei cinghiali si moltiplicano: negli ultimi tempi sono avvenute sia nelle campagne che nelle città ed anche sulle spiagge.

In tempi recenti per sfoltire il numero dei cinghiali è arrivata da parte di Fratelli d’Italia la proposta di allargare le maglie della caccia consentendola anche nelle aree protette e in città.

La proposta ha suscitato vibranti polemiche.

Fonte foto: ANSA

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