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Eni paga il gas russo in rubli per evitare la chiusura delle forniture? Spunta il nodo sanzioni Ue

L'azienda italiana ha aperto due conti in Russia. Uno è in rubli, e servirà a pagare le forniture che arrivano da Mosca, nonostante le sanzioni Ue

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Mirko Ledda

EDITOR E FACT CHECKER

Scrive sul web da 15 anni, muovendo i primi passi come ghost writer e facendo attività di debunking delle notizie false. Si occupa principalmente di pop economy, con particolare attenzione ai temi legati alla tecnologia e al mondo digitale, all'industria alimentare e alla sanità.

Eni apre due conti presso la Gazprom Bank, uno in euro e uno in rubli. Il gruppo italiano ha spiegato che la decisione “è stata presa nel rispetto del quadro sanzionatorio internazionale” per poter importare il gas russo, come già stanno facendo altri Paesi dell’Ue. Tuttavia la società italiana continuerà a pagare in euro le forniture che arrivano dall’Est, attraverso un apposito gente liquidatore presso la Borsa di Mosca e senza coinvolgere la banca centrale russa.

Eni sarà multata dall’Ue per i pagamenti in rubli?

In questo modo Gazprom riceverà effettivamente la quota dovuta in rubli, ed Eni non violerà le sanzioni predisposte dall’Unione europea contro Vladimir Putin a causa dell’invasione dell’Ucraina.

“La procedura per l’apertura dei conti presso la Gazprom Bank è stata avviata senza accettazione di modifiche unilaterali dei contratti in essere”, ha fatto sapere la stessa Eni.

Effettuare i pagamenti con queste modalità “non riscontra al momento nessun provvedimento normativo europeo che preveda divieti, che incidano in maniera diretta sulla possibilità di eseguire le suddette operazioni”.

Eni ha aperto due conti bancari, uno è in rubli

“In vista delle imminenti scadenze di pagamento per i prossimi giorni”, la compagnia italiana “ha avviato in via cautelativa le procedure relative all’apertura presso Gazprom Bank dei due conti correnti denominati K, uno in euro ed uno in rubli, indicati da Gazprom Export, secondo una pretesa unilaterale di modifica dei contratti in essere, in coerenza con la nuova procedura per il pagamento disposta dalla Russia”.

Un mancato pagamento, infatti, esporrebbe Eni sia “al rischio di violazione dell’obbligo” di accettare eventuali richieste contrattuali, sia a procedure contro la compagna per “l’inadempimento dei propri impegni di vendita con i clienti a valle, in caso di interruzione delle forniture“.

Logo dell’Eni.

“Siamo ostaggi della Russia”: le parole di Eric Mamer

Per quanto riguarda l’energia “siamo ostaggi della Russia“. Lo ha dichiarato Eric Mamer, portavoce della Commissione europea. “Per questo abbiamo preso tutte le iniziative di diversificazione possibile, e abbiamo proposto di ridurre di due terzi le importazioni di energia da fonti fossili della Russia”.

“Domani la Commissione presenterà la proposta REpowerEU, con le misure specifiche per eliminare del tutto questa dipendenza energetica”, ha spiegato ancora.

Ha poi sottolineato che sono i singoli Paesi a far rispettare le sanzioni, e in questo caso dovrebbe essere l’Italia a vigilare sull’operato dell’Eni. In caso contrario la Commissione europea può aprire la procedura d’infrazione. Ha però confermato il divieto di pagare in rubli ma non quello di aprire un conto in euro.

Fonte foto: ANSA
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