Emergenza dengue da Singapore: i rischi per l'Italia per la diffusione del virus della febbre spaccaossa
Non solo il Sud Est asiatico, ma anche i Paesi occidentali rischiano di avere focolai di febbre dengue a causa della proliferazione delle zanzare
Singapore sta affrontando un’emergenza legata alla diffusione della febbre dengue, o febbre spaccaossa, una malattia stagionale che però si è presentata decisamente in anticipo nel Paese quest’anno. Prima del 1° giugno, data in cui iniziano in genere a essere riscontrati i primi casi, erano già stati registrati oltre 11 mila contagi, rispetto ai 5.258 contati durante tutto il 2021.
- Boom di contagi a Singapore: perché sono così tanti
- Quali sono i rischi per il resto del mondo e l'Occidente
- In Italia arriverà la febbre spaccaossa? Cosa sappiamo
- I sintomi della febbre dengue e le cure disponibili
Boom di contagi a Singapore: perché sono così tanti
Il clima tropicale di Singapore è un habitat naturale di accoppiamento per le zanzare aedes che diffondono il virus. Tuttavia il tempismo con cui è arrivata l’epidemia stagionale, e il numero di casi contati, hanno messo in allarme gli esperti.
“I casi stanno aumentando molto più velocemente”, ha fatto sapere Desmond Tan, il ministro dell’Interno di Singapore. “Si tratta di un’emergenza che dobbiamo affrontare con urgenza“.
A far iniziare prima i contagi, infatti, sono stati i fenomeni meteo estremi dovuti ai cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo il Sud Est asiatico.
Quali sono i rischi per il resto del mondo e l’Occidente
Con l’attuale trend, potremmo vedere nuovi ed estesi focolai accendersi anche in altri Paesi e in Occidente, dove la febbre dengue non è endemica.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità fa sapere che gli stati dove la malattia è endemica sono 100, e che i contagi sono aumentati di 30 volte negli ultimi 50 anni.
In Italia arriverà la febbre spaccaossa? Cosa sappiamo
In Italia i pochi casi che si contano ogni anno sono relativi a viaggi nelle zone tropicali dove la febbre spaccaossa è diffusa. Un aumento delle temperature potrebbe rendere anche il nostro Paese una zona a rischio.
Nella Penisola sono presenti solo le zanzare tigri che possono trasmettere il patogeno della febbre dengue, ma con bassa efficacia.
Le aedes non sono invece adatte a sopravvivere agli inverni italiani. Tuttavia un aumento delle temperature, anche di pochi gradi, potrebbe renderle stanziali anche sul nostro territorio.
I sintomi della febbre dengue e le cure disponibili
La dengue si manifesta con febbre 5 o 6 giorni dopo la puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate e una serie di sintomi che variano da persona a persona e sono in genere assenti nei più piccoli.
- Mal di testa acuti.
- Dolori attorno e dietro agli occhi.
- Forti dolori muscolari e articolari.
- Nausea e vomito.
- Irritazioni della pelle.
In rari casi la malattia si può sviluppare anche sotto forma di febbre emorragica, e le perdite di sangue possono anche risultare fatali.
Non esiste ancora un vaccino, e il contagio protegge solo dal ceppo virale specifico e non dagli altri tre. Le cure sono mirate ai sintomi. In genere si guarisce, anche senza farmaci, nel giro di una o due settimane.