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Dopo il caso Giacomo Urtis torna il tema del botox: a cosa serve per uso medico e quali precauzioni prendere

Giacomo Urtis, considerato il “chirurgo dei vip” e “re del botox” andrà a processo per un intervento che ha creato danni a un cliente: come evitarli

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Eleonora Lorusso

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2001, ha esperienze in radio, tv, giornali e periodici nazionali. Conduce l’annuale Festival internazionale della Geopolitica europea. Su Virgilio Notizie si occupa di approfondimenti e interviste, in particolare su Salute, Esteri e Politica.

Dopo il caso di Giacomo Urtis si torna a parlare di botox. Il volto del chirurgo plastico è noto per avere tra i pazienti diversi vip, la fama è stata alimentata anche dalle ospitate in vari salotti tv. Uno dei suoi clienti ‘non famosi’, però, ha deciso di fargli causa dopo un intervento con il botulino non riuscito al meglio. Ecco cosa sappiamo sulla vicenda, ma anche sull’uso medico del botox e sulle precauzioni da prendere.

Il caso di Giacomo Urtis

Sostanzialmente, un paziente di Giacomo Urtis ha accusato il chirurgo, reo – secondo la presunta vittima – di avergli causato una deformazione non permanente, ma tale da causare all’uomo gonfiore e “granulomi da corpo estraneo” per 20 giorni.

Da qui la denuncia per lesioni colpose, delle quali ora Urtis dovrà rispondere in tribunale.

Alla base, dunque, c’è un filler con tossina botulinica non riuscito.

Per cosa è usato il botox

Il botox è spesso usato per motivi estetici, ma anche sanitari, come per contrastare il bruxismo.

Occorrono, però, alcune precauzioni per evitare effetti collaterali negativi.

L’intervista a Francesco Stagno D’Acontres sul botox

Del botox ne ha parlato a Virgilio Notizie il professore Francesco Stagno D’Acontres, presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica (Sicpre), ordinario di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica all’Università degli Studi di Messina.

Inoltre, è direttore della Scuola di specializzazione in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica presso lo stesso ateneo ed è responsabile dell’Unità di chirurgia plastica presso il Policlinico Gaetano Martino di Messina.

Dopo il caso Urtis si torna a parlare di botox: che cos’è?

“Il botox, o più correttamente tossina botulinica, è prodotto dal batterio Clostridium botulinum, un microorganismo responsabile anche della contaminazione di alcuni alimenti, che possono dare pericolose intossicazioni. In campo medico, invece, si utilizza a bassissimo dosaggio – e quindi senza alcuna tossicità – per “mettere a riposo” alcuni muscoli ben identificati. Il meccanismo d’azione del botulino consiste, infatti, nel bloccare il rilascio dell’acetilcolina, una sostanza chimica prodotta dall’organismo che trasmette gli impulsi nervosi ai muscoli, regolandone la contrazione e quindi il movimento – spiega l’esperto – In estrema sintesi, il botulino induce nel muscolo in cui viene iniettato una paralisi parziale e temporanea”.

Quali sono gli usi estetici della tossina botulinica?

“Gli usi indicati ufficialmente sono per attenuare le rughe glabellari (verticali fra le sopracciglia), le rughe periorbitali laterali (le cosiddette ‘zampe di gallina’) e le rughe frontali (orizzontali sulla fronte). Il botulino, inoltre, viene ampiamente utilizzato per contrastare il cosiddetto gummy smile (sorriso in cui si espongono molto le gengive) e per attenuare le bande verticali che appaiono sul collo, a causa della costante tensione del muscolo platisma”, spiega il professore.

Esistono anche usi medici, come nel caso di bruxismo o di forme di mal di testa. In questi casi è vero che spesso sono gli odontoiatri stessi a suggerirlo?

“Sì, neurologi, oculisti e otorini hanno iniziato a usare la tossina botulinica molto tempo prima di quanto abbiano fatto i chirurghi plastici e i medici estetici. Gli odontoiatri lo utilizzano per ridurre il bruxismo, con un’azione specifica nel muscolo massetere, coinvolto nella masticazione; gli oculisti lo usano per impedire il blefarospasmo, movimento involontario che riguarda le palpebre; gli otorini ricorrono al botulino ad esempio nel caso di sindrome di Frey, che comporta sudorazione nella zona delle guance adiacente all’orecchio e salivazione sovrabbondante. Un altro impiego molto frequente è contro l’iperidrosi, eccessiva sudorazione che può coinvolgere le ascelle, i palmi delle mani e le piante dei piedi, causando disagio e imbarazzo nella vita di tutti i giorni. Il trattamento è sicuro, ma va evitato in persone che assumono antibiotici o che hanno un’infezione virale, tra cui anche l’herpes”, chiarisce Francesco Stagno d’Acontres.

Quali precauzioni si devono seguire?

“Il farmaco – in polvere o liquido, a seconda della formulazione – deve essere tenuto in frigo e maneggiato con cura, evitando miscelazioni e scuotimenti. Attenzione, quindi, a come si comporta il medico! La confezione, inoltre, deve essere aperta davanti al paziente. Dopo il trattamento, è importante non toccare e massaggiare l’area interessata (la tossina non si deve spostare) ed evitare sport, saune, esposizione al sole e al caldo – consiglia l’esperto – L’effetto si manifesta dopo alcuni giorni e dura per 4-6 mesi. Dopo questo tempo può essere ripetuto. A causa dell’inattività, il muscolo trattato si indebolisce, per cui col tempo le infiltrazioni di botulino possono tendere a diradarsi”.

A chi occorre rivolgersi e come scegliere lo specialista?

“La prima raccomandazione è tassativa: a un medico. Nel caso di ricorso al botulino in chiave anti-age, è fortemente consigliato rivolgersi al chirurgo plastico, lo specialista dei tessuti molli che ha un’approfondita conoscenza anatomica del viso e che nel caso può abbinare questo trattamento ad altri trattamenti (filler) o interventi (blefaroplastica, minilifting) per ottenere un risultato il più possibile naturale e coerente. Il botox è un trattamento mini-invasivo – infatti si fa in ambulatorio e in pochi minuti – ma se non eseguito correttamente può dare luogo a effetti (tutto dipende dal muscolo che è stato messo a riposo) quali la palpebra abbassata o la bocca che non si chiude perfettamente. Attenzione sempre a verificare la competenza e l’esperienza del medico a cui ci si rivolge”, suggerisce il presidente della SICPRE.

Fonte foto: IPA

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