Dolcificanti artificiali e i danni all'ambiente, i risultati dello studio sui rischi per l'uomo
Nuovi studi sui dolcificanti artificiali mettono in evidenza i possibili danni all'ambiente e alla salute umana. Surcalosio sul banco degli imputati
La “guerra allo zucchero” ha portato ormai da decenni l’industria alimentare al vasto impiego di dolcificanti artificiali. Alcuni studi, tuttavia, evidenziano le criticità relative a diverse sostanze utilizzate come surrogati dello zucchero. Una di queste è il sucralosio, sul banco degli imputati perché accusato di causare danni ambientali e di aumentare i rischi per la salute umana.
- I rischi dei dolcificanti artificiali
- Cos'è il surcalosio
- Surcalosio e rischio inquinamento
- Danni all'ambiente
- I rischi per l'uomo
I rischi dei dolcificanti artificiali
Nelle sue linee guida del 2023, l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) riferendosi ai sostituti dello zucchero (“non-sugar sweeteners”) ne ha sconsigliato l’utilizzo a lungo termine poiché potrebbero indurre problemi alla salute, come un maggiore rischio di diabete e malattie cardiovascolari.
Cos’è il surcalosio
Il surcalosio è un dolcificante artificiale privo di calorie derivato dal saccarosio. Si tratta di una molecola 650 volte più dolce rispetto allo zucchero. Il sucralosio-6 acetato è un derivato del sucralosio.
L’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha autorizzato il claim secondo cui i cibi e le bevande contenenti sucralosio in sostituzione dello zucchero inducono un minore aumento del glucosio nel sangue dopo il loro consumo rispetto ai cibi e alle bevande contenenti zucchero.
In sintesi, il sucralosio aiuta a contenere il picco glicemico in quei soggetti abituati a consumare bevande e cibi zuccherati. Le quantità sono specificate nell’Allegato al Regolamento (Ce) N. 1924/2006.
Surcalosio e rischio inquinamento
Uno studio pubblicato su Springer Link da un team di scienziati dell’Università della Florida ha dimostrato che la concentrazione di cianobatteri di acqua dolce è aumentata quando i campioni sono stati esposti al sucralosio.
La concentrazione di cianobatteri di acqua salmastra è invece aumentata, per poi crollare quando è stata somministrata la dose di surcalosio.
Gli scienziati hanno dedotto che tale molecola influisce direttamente sul comportamento dei cianobatteri. Gli studiosi hanno inoltre dimostrato che a essere alterato è il comportamento dei batteri fotosintetici acquatici e delle diatomee, alghe microscopiche che rappresentano oltre il 30% della produzione alimentare primaria nella catena alimentare marina.
La ricerca è stata condotta da Tracey Schafer, Kendall Breland, Anna Beard e Todd Osborne, sotto la guida di Amelia Westmoreland.
Danni all’ambiente
“Alla luce di quanto abbiamo scoperto – ha commentato Amelia Westmoreland – c’è il rischio che le comunità di acqua dolce confondano il sucralosio con un nutriente, con uno zucchero che possono usare come alimento, con effetti nocivi sul loro stato di salute e sulla loro vitalità: questa molecola, dunque, potrebbe potenzialmente minacciare un ecosistema naturalmente equilibrato”.
“Per ciò che concerne i sistemi marini – continua la ricercatrice – le diatomee potrebbero scomparire“.
I rischi per l’uomo
Uno studio della North Carolina State University pubblicato su Tandfonline sostiene che il surcalosio può danneggiare il Dna e aumentare il rischio di cancro. I danni all’intestino sono inoltre associati a malattie croniche intestinali.
L’International Sweeteners Association ha risposto con una nota per ribadire la sicurezza del surcalosio: “In risposta alle affermazioni di Bornemann et al. in uno studio di recente pubblicazione sul metabolismo del sucralosio in dosaggi ripetuti nell’intestino dei ratti e il suo potenziale accumulo nel tessuto adiposo degli stessi, l’Associazione Internazionale Dolcificanti (ISA) desidera sottolineare la mancanza di evidenza a supporto di qualsiasi preoccupazione sulla sicurezza del sucralosio”.
Secondo l’associazione, la ricerca che “ha studiato il metabolismo del sucralosio in un campione ridotto di 10 ratti” non ha fornito “alcuna evidenza del fatto che il sucralosio rappresenti un problema per la sicurezza”.