Processo sulla Strage di Erba con Olindo Romano e Rosa Bazzi in aula: sono innocenti? Udienza rinviata
Processo sulla Strage di Erba: Olindo Romano e Rosa Bazzi nuovamente in aula, il Tribunale di Brescia decide sulla revisione
L’11 dicembre 2006 Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk di appena 2 anni, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini sono morti in quella che è passata alla storia come la Strage di Erba, piccolo comune nella provincia di Como. Cinque anni dopo Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa di Castagna, sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo per gli omicidi. La coppia è stata accusata anche del tentato omicidio di Mario Frigerio, marito di Cherubini, unico sopravvissuto. Venerdì 1 marzo la difesa di Bazzi e Romano ha presentato nuovi elementi per chiedere la revisione del processo: se non sarà accolta verrà confermata la condanna all’ergastolo. L’udienza è stata rinviata a oggi, martedì 16 aprile, su richiesta della difesa, che ha manifestato la necessità di avere tempo per rispondere adeguatamente al procuratore generale e all’avvocato di Stato. Al termine della giornata, il presidente della Corte d’Appello di Brescia, Antonio Minervini, ha rinviato l’udienza al 10 luglio.
Il racconto della giornata
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Udienza sulla revisione del processo rinviata al 10 luglio
Il presidente della Corte d’Appello di Brescia, Antonio Minervini, ha rinviato l’udienza per la revisione del processo sulla strage di Erba. La decisione finale su Olindo Romano e Rosa Bazzi è attesa per il 10 luglio.
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Avvocata Rosa Bazzi: "Criticità che non è possibile non vedere"
L’avvocata di Rosa Bazzi, Luisa Bordeaux ha esposto in aula le criticità relative alla condizione in cella della sua assistita: “Il mio problema da 17 anni è una sorta di corto circuito per cui vedo in carcere Rosa con una disabilità. Una disabilità che crea sofferenza tutti i giorni. Noi questo dato non abbiamo potuto acquisirlo e questa per me è la criticità più grave”. Nel suo intervento il legale ha fatto riferimento ai punti controversi del processo: “La testimonianza, il dna, la confessione: ci sono criticità che non mi è mai capitato di vedere. Hanno parlato di cascata di prove. Io non voglio dire cascata di criticità, ma sicuramente di criticità che non è possibile non vedere”.
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Presidente dell'aula Minervini: "Ci sarà una nuova udienza"
Al termine dell’intervento dell’avvocato, Schembri, il presidente dell’aula, Antonio Minervini, ha dichiarato che “ci sarà una nuova udienza” vista la “tanta carne al fuoco”.
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Difesa, coppia confessò strage di Erba per paura di separazione
Secondo Fabio Schembri, legale dei coniugi, le confessioni sono “un atto di generosità che compiono entrambi, un atto generoso: Olindo per salvare Rosa e Rosa salvare Olindo”, ma sono anche la prova che la coppia, condannata all’ergastolo per la strage di Erba, arrivano dopo “le pressioni” di chi li interroga in carcere, sostiene il legale. Avrebbero confessato per ottenere una “cella matrimoniale“. La difesa inoltre conta “243 errori” nelle confessioni da parte dell’ex netturbino e della moglie descritti in sentenza come “intelligenti, capaci, astuti, capaci di mettere in piedi un alibi assai complesso“, ma che invece “non sanno cosa sono il luminol o le intercettazioni. Rosa non distingue la destra dalla sinistra, non sa leggere, Olindo non sa che l’ergastolo non si dà in cinque minuti, che la pena non si divide in due e non esistono camere doppie in carcere”, aggiunge.
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Difesa, macchie sangue Youssef non compatibili con racconto Bazzi
“Le macchie di sangue del povero bambino“, Youssef Arzouk, di 2 anni, morto nella strage di Erba, “non sono compatibili con la dinamica raccontata da Rosa Bazzi: gli schizzi di sangue sarebbero dovuti essere diversi rispetto a quelli che restituisce la scena del crimine”, “distanti mezzo metro se non di più” rispetto a dove si trovavano. Lo ha riferito in aula nel corso della seconda udienza del processo di revisione, l’avvocata Patrizia Morello.
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Difesa, macchia di sangue su auto Olindo degradata
L’avvocata Patrizia Morello, uno dei difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, ha invece parlato della macchia di sangue di una delle vittime, Valeria Cherubini, trovata sul battitacco della Seat Arosa di Olindo Romano. Una traccia che la difesa considera “degradata” e che quindi non avrebbe valore di prova. Il legale ha sottolineato come il lavoro dei consulenti della difesa sia basato su “metodologie scientifiche nuove“, dopo il passato in giudicato della sentenza.
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Difesa, anomalie gravi in testimonianza Frigerio
Sulla testimonianza di Mario Frigerio, il superstite della strage di Erba, la difesa individua “fatti e omissioni gravi e anomalie gravissime“. Nel corso della sua arringa, ripresa dall’Agi, l’avvocato Fabio Schembri sostiene che “Frigerio i primi i giorni non ricordava niente e non è vero che riconobbe Olindo il 26 dicembre quando era in ospedale, un periodo in cui le sue condizioni erano disperate e aveva una totale mancanza di memoria. La nuova prova dimostra che in quell’occasione l’amnesia anterograda aveva raggiunto il suo apice”. Schembri evidenzia che dalla consulenza emerge una “falsa memoria in seguito a un deficit cognitivo e che lui non era in grado di testimoniare”.
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"Olindo e Rosa incompatibili come colpevoli"
Le cosiddette nuove prove sono “incompatibili” per quanto riguarda la dinamica con la presenza di Olindo Romano e Rosa Bazzi sulla scena della strage di Erba: è uno dei capisaldi della difesa. Tra le “prove nuove” il fatto che la vicina di casa, Valeria Cherubini, tra le vittime, sarebbe stata uccisa nella sua abitazione e non colpita mortalmente al piano di sotto per poi morire nel suo appartamento, come ricostruito nelle sentenze. “I soccorritori non avrebbero potuto non vedere” i coniugi una volta intervenuti, ha detto il legale.
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Tensione in aula tra accusa e difesa
Tensione in aula tra la difesa e l’accusa. L’avvocato Nico D’Ascola ha invitato l’Avvocato dello Stato Domenico Chiaro e il pg Guido Rispoli a “evitare plateali manifestazioni di dissenso. Noi non abbiamo fatto una mossa quando voi avete parlato. Ci sono intercettazioni estremamente rilevanti in cui Frigerio dice ai figli di non ricordare nulla” queste le parole del legale che, alludendo allo scetticismo manifestato dai magistrati anche su questo punto, ha attaccato: “Non è vero? Ci siamo accorti di certi atteggiamenti anche nella scorsa udienza. Non siamo mica nati ieri” Lo riporta l’Agi.
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La difesa di Olindo e Rosa attacca ancora la testimonianza di Frigerio
Nico D’Ascola, legale di Olindo Romano e Rosa Bazzi, attacca nuovamente la testimonianza di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage di Erba del 2006 e morto successivamente nel 2014. Secondo l’avvocato, citato da Ansa, Frigerio, in un primo momento e dal letto d’ospedale, aveva parlato di una persona dalla pelle scura e la difesa della coppia, avvalendosi delle consulenze di alcuni esperti, insiste nel dire che quello di Figerio fu un “falso ricordo“. D’Ascola ha preannunciato che, come hanno fatto il pg e l’avvocato dello Stato, “entrerà nel merito” delle prove e non si limiterà ad argomentare l’ammissibilità.
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Chi parlerà oggi in aula: l'elenco delle arringhe
Oggi sono attese, nell’ordine, le arringhe dei loro legali Nico D’Ascola, Fabio Schembri, Patrizia Morello e Luisa Bordeaux. I giudici hanno ricordato ai presenti che sono vietate le riprese coi telefoni cellulari.
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Olindo Romano e Rosa Bazzi assistono all'udienza
Olindo Romano e Rosa Bazzi sono in aula per assistere all’udienza del processo di revisione sulla strage di Erba. Agi riporta gli outfit di entrambi: maglioncino grigio lui, giubbotto nero lei, i due sono seduti nella gabbia riservata agli imputati dalla Corte d’Appello.
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Per Azouz Marzouk "tantissime cose non tornano"
Azouz Marzouk che nella strage di Erba perse la moglie e il figlio di due anni, ancora presente a Brescia per l’udienza di revisione per Olindo Romano e Rosa Bazzi. Ripreso dall’Ansa ha spiegato: “Conduco questa battaglia per tutti, non posso dire se ho avuto nemici, ho vissuto in pace con tutti”. L’uomo, che sostiene l’innocenza dei coniugi, ha sottolineato: “Ho letto le carte, ho visto il percorso di questi anni che confermano che qualcosa non va, sono tantissime le cose che non tornano”.
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Curiosi di nuovo in coda per assistere all'udienza
Decine di persone si sono messe in coda stamani per poter partecipare a Brescia alla seconda udienza sulla discussione della richiesta di revisione del processo.
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Oggi a Brescia il giorno della difesa di Olindo e Rosa
Martedì 16 aprile è il giorno del possibile colpo di scena. A Brescia i legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, nell’aula della Corte d’appello, illustreranno “nuove prove” che, secondo loro, potrebbero comportare il proscioglimento dei coniugi che nei giorni successivi alla strage di Erba in cui sono state uccise 4 persone (tra cui un bambino di due anni) confessarono di essere gli autori. Confessioni che per la difesa furono indotte in quanto Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa delle vittime, non erano nelle condizioni mentali per sostenere un interrogatorio come stabilito da consulenti della difesa negli elaborati allegati all’istanza di revisione. I legali vorrebbero anche sentire un tunisino il quale ipotizza che il massacro sia accaduto nell’ambito di un regolamento di conti nello spaccio di droga.
Sulla stessa linea la richiesta di revisione presentata dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser “in modo irrituale e senza averne titolo” come sostenuto dal pg di Brescia Guido Rispoli e dall’avvocato dello Stato Domenico Chiaro secondo i quali, invece, a carico della coppia esiste “una cascata di prove”.
L’accusa ha chiesto siano dichiarate inammissibili tutte le istanze compresa quella del tutore di Olindo e Rosa, l’avvocato Diego Soddu.
In aula, la scorsa udienza, oltre ai coniugi, che hanno chiesto di non essere ripresi, c’era anche Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, uccisi nella strage: sostiene che i coniugi Romano siano innocenti e che si debba indagare altrove. Per le modalità con cui furono uccise le vittime, a colpi di spranga e a coltellate, il tunisino aveva parlato di “killer“, di “gente che sa uccidere”.
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