Lavoratori contro Conte sugli straordinari: ricorso in Tribunale
I dipendenti della Presidenza del Consiglio minacciano il premier con un ricorso: non è stato possibile fare straordinari in smart working
I sindacati dei dipendenti di Palazzo Chigi hanno presentato un ricorso contro Giuseppe Conte per le nuove regole interne disposte nella sede della Presidenza del Consiglio per impedire il contagio da Covid-19. Secondo le accuse, i dirigenti non avrebbero avviato alcuna negoziazione con i lavoratori per definire insieme le modalità di lavoro agile. Ne dà notizia il Corriere della Sera.
Durante l’emergenza sanitaria, gli straordinari sono stati sospesi a Palazzo Chigi. Il capo degli Affari giuridici e legislativi Ermanno Di Francisco ha firmato gli ordini di servizio. A finire nel mirino dei sindacati è stata in particolare una frase contenuta nei documenti: “Non è autorizzata la presenza in ufficio per una durata eccedente quella contrattualmente prevista“.
Il divieto di fare straordinari è stato firmato per limitare la presenza del personale negli uffici per prevenire il contagio da coronavirus. Da contratto, riporta il Corriere della Sera, si tratta di 7 ore e 36 minuti per chi è assunto dalla Presidenza del Consiglio e 7 ore e 12 minuti per chi proviene dalle altre amministrazioni.
Il turno si riferisce all’unico giorno della settimana in cui i dipendenti sono tenuti a recarsi a Palazzo Chigi. Gli altri quattro della loro settimana lavorativa sono invece impiegati con il lavoro agile da casa. I lavoratori in smart working lamentano dunque di non poter stare più ore in ufficio rispetto a quanto pattuito nel contratto.
Nella sua memoria difensiva, Ermanno Di Francisco ha spiegato che il dl del 25 marzo 2020 stabilisce “una limitazione della presenza fisica dei dipendenti negli uffici delle amministrazioni pubbliche”, salvo attività indifferibili.
Secondo i sindacati, invece, i lavoratori hanno diritto di stare fisicamente in ufficio oltre l’orario giornaliero minimo e di maturare il massimo delle ore di straordinario, seppur lavorando dall’ufficio un solo giorno a settimana. L’ultima parola spetterà adesso al Tribunale di Roma. Il premier Giuseppe Conte verrà difeso dall’Avvocatura dello Stato.
Da Palazzo Chigi è stato fatto sapere al Corriere della Sera che il ricorso è “completamente infondato, temerario e mai potrebbe essere accolto“. Il premier Giuseppe Conte si è mostrato molto legato a un altro suo dipendente, l’uomo della scorta morto a causa del coronavirus.