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CRONACA NERA

Detenuto trovato morto in carcere a Trieste dopo la rivolta, ipotesi sul decesso dopo il blitz in infermeria

Un detenuto è stato trovato morto in cella nel carcere di Trieste, dopo la rivolta scoppiata il giorno prima. Si ipotizza un decesso per overdose

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Mistero nel carcere di Trieste sul decesso di un detenuto, trovato morto in cella dopo la rivolta scoppiata nel penitenziario giovedì 11 luglio. In base ai primi riscontri, si escluderebbero contatti con altri detenuti e si ipotizza invece un decesso per overdose, probabilmente avvenuto dopo l’incursione e il saccheggio dell’infermeria. L’uomo sarebbe entrato in possesso, e avrebbe abusato, di metadone.

Rivolta in carcere a Trieste, detenuto morto in cella

C’è anche una vittima nel bilancio della rivolta nel carcere “Ernesto Mari” di Trieste, scoppiata giovedì 11 luglio. Il corpo senza vita di un detenuto è stato trovato nella sua cella il giorno dopo, apparentemente deceduto per overdose di metadone.

A confermare l’ipotesi è Paolo Pittaro, Garante dei diritti dei detenuti per il Friuli Venezia Giulia. In base a quanto ricostruito, si ritiene che l’episodio sia collegato alla vandalizzazione dell’infermeria del penitenziario.


Il carcere “Ernesto Mari” di Trieste, dove è avvenuta la rivolta, si trova in via del Coroneo

Si presume, pertanto, che oltre ad aver devastato il locale, diversi detenuti abbiano trafugato dei farmaci, e che la vittima ne abbia abusato fino a perdere la vita.

Chi è il detenuto morto dopo la rivolta in carcere a Trieste

Dell’uomo trovato morto in cella a Trieste non si conosce l’età, ma avrebbe origini balcaniche e sarebbe stato legato a un’altra detenuta della struttura, reclusa al piano superiore.

La vittima si trovava in carcere per reati legati al traffico di droga, per i quali era ricorso in appello.

Sul caso della morte del detenuto, Federico Frezza, facente funzioni di Procuratore capo di Trieste, ha ascoltato il direttore del carcere Graziano Pulja e il comandante degli agenti penitenziari.

Si ipotizza che il magistrato di turno venga incaricato di proseguire l’inchiesta aperta dopo la rivolta e che si disponga l’autopsia sul corpo della vittima.

La rivolta nel carcere di Trieste

Giovedì 11 luglio il carcere “Ernesto Mari” di Trieste è stato l’arena di una protesta intensa da parte dei detenuti, innescata dalle difficili condizioni di vita dovute al caldo estremo e al sovraffollamento.

Gli scontri hanno portato alla chiusura al traffico di via del Coroneo e delle strade circostanti. Alcuni detenuti hanno dato fuoco ad arredi, ma le fiamme sono state domate rapidamente dal personale carcerario.

Sul posto sono intervenute le ambulanze per soccorrere i feriti e le forze dell’ordine in tenuta antisommossa. A quel punto la situazione è degenerata, con gli agenti che hanno dovuto contenere la rivolta utilizzando lacrimogeni. Alcuni prigionieri si sono barricati in un piano basso, mentre gli agenti hanno tentato di mantenere l’ordine.

I detenuti della struttura lamentano condizioni di vita inaccettabili, come materassi a terra e condizioni igienico-sanitarie precarie.

Fonte foto: ANSA

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