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Denuncia dell'attivista di Extinction Rebellion in Questura a Brescia: "M'hanno chiesto di toglier le mutande"

Una attivista di Extinction Rebellion ha accusato la Questura di Brescia di essere stata fatta spogliare: "M'hanno chiesto di togliere le mutande"

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Mi hanno chiesto di spogliarmi, di togliermi le mutande e di fare tre squat“. Inizia così il racconto di una attivista di Extinction Rebellion, una delle 23 persone fermate a Brescia dopo la manifestazione contro la Leonardo Spa e portate in Questura. Proprio lì, le ragazze – denuncia il collettivo – sarebbero state fatte spogliare, al contrario dei maschi.

La denuncia dell’attivista

La denuncia di una delle attiviste fermate a Brescia e portate in Questura è apparsa sul profilo di Extinction Rebellion.

Ecco le parole della ragazza, pronunciate nel video:

“Mi hanno chiesto di spogliarmi, di togliermi le mutande e di fare tre squat, ‘per dei controlli’ a detta loro. Questo trattamento è stato riservato solo a delle persone femminilizzate. Ai maschi non è stato chiesto di spogliarsi e togliersi i vestiti. Siamo qua alla questura di Brescia, ci hanno iniziato a portare dalle 8 e mezza fino alle 10 circa, siamo stati dentro quasi 7 ore, stiamo aspettando che le altre persone escano e siamo qua in presidio solidale ad attenderle”.

Il comunicato di Extinction Rebellion contro la Questura di Brescia

Il collettivo Extinction Rebellion, oltre al video, ha pubblicato un lungo comunicato:

“Dopo oltre 7 ore di fermo in Questura, sono state rilasciate le 23 persone di Extinction Rebellion, Palestina Libera e Ultima Generazione che erano state fermate dopo lamanifestazione alla Leonardo spa di Brescia. Apprendiamo con dolore che molte delle persone socialmente identificate come donne sono state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe, trattamento non riservato invece alle persone di sesso maschile. Tutte le persone sono state denunciate arbitrariamente per reati pretestuosi e altre espulse da Brescia con dei fogli di via obbligatori. Sì, la solita misura di prevenzione del codice antimafia che viene illegittimamente notificata dai Questori di tutta Italia sotto ordine diretto del Ministero dell’Interno. Si conclude così una giornata piena di abusi in divisa che apre una nuova ferita nella gestione del pubblico dissenso in questo Paese. Abusi che raccontano, ancora una volta, che contestare le politiche genocide ed ecocide della Leonardo, la principale azienda bellica partecipata dallo stato italiano, non è assolutamente consentito. Chiederemo giustizia, anche questa volta, affinché il diritto al dissenso venga difeso, onorato e protetto. Ripetiamolo insieme: sorella, non sei sola!”

La denuncia arriva in Parlamento

La denuncia di Extinction Rebellion è stata raccolta dal deputato di Avs Marco Grimaldi.

Il vicecapogruppo alla Camera ha chiesto agli agenti della Questura di Brescia “come mai hanno sottoposto a 7 ore di fermo persone che avevano fornito i documenti e quindi non dovevano essere trattenute in base all’articolo 349 del codice di procedura penale. Ma, soprattutto, spieghino perché donne e ragazze sarebbero state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe. Di questi abusi, dopo il 2001 (il riferimento è al G8 di Genova, ndr), ne abbiamo abbastanza. Come ne abbiamo abbastanza delle denunce arbitrarie, che regolarmente cadono davanti al Pm e dei fogli di via elargiti a chiunque manifesti”.

Cosa è successo davanti alla Leonardo

Lunedì 13 gennaio, secondo quanto riferito da Ansa, una quarantina di attivisti di Ultima Generazione, Extinction Rebellion e Palestina Libera hanno protestato davanti alla sede bresciana di Leonardo, bloccandone l’ingresso.

La richiesta dei manifestanti era di terminare i rifornimenti militari a Israele, riconvertire la produzione e fermare il “sostegno italiano al genocidio in corso in Palestina”.

Sul posto sono arrivate le forze dell’ordine che hanno portato in Questura gli attivisti.

Fonte foto: ANSA

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