Dentro la casa della strage di Altavilla Milicia graffiti sui muri prima degli esorcismi: cosa c'era scritto
Nella villa degli orrori ci sono ancora i graffiti tracciati prima degli esorcismi. Cosa dicono le scritte sui muri della strage di Altavilla Milicia
All’interno della casa della strage di Altavilla Milicia (Palermo) tutto era pronto per gli esorcismi. Per liberare la famiglia Barreca dai demoni, era necessario tracciare dei graffiti sui muri. Niente che fosse criptico: a parlare doveva essere la parola di Dio, quella contenuta nella Bibbia. Era la volontà di Sabrina Fina e Massimo Carandente, i “fratelli in Cristo” indicati da Giovanni Barreca e dalla figlia 17enne come i registi della mattanza. A tracciare quelle scritte sulle pareti della zona giorno è stata proprio la ragazzina, come lei stessa ha raccontato alla procuratrice dei minorenni di Palermo Claudia Caramanna. È tutto contenuto in un hard disk da 8 terabyte, il risultato di ben tre mesi di indagini nel corso dei quali gli investigatori hanno raccolto tutti i dati informatici (celle telefoniche, messaggi, chiamate) delle persone coinvolte e li hanno affiancati alle dichiarazioni degli indagati.
- I graffiti sui muri nella casa degli orrori
- L'hard disk da 8 terabyte
- La strage di Altavilla Milicia, dagli esorcismi alla mattanza
I graffiti sui muri nella casa degli orrori
Da ‘Live Sicilia’ arrivano due foto scattate all’interno della villetta degli orrori. Le istantanee mostrano ciò che la 17enne aveva impresso sui muri del salotto su richiesta dei coniugi di Sferracavallo.
In un caso, all’interno del quadrante di un orologio a muro è stato scritto: “Il tempo di Dio è perfetto”. Accanto, in basso a destra, c’è una citazione più lunga.
“Per tutte le cose c’è un tempo fissato da Dio. Per tutto c’è il suo tempo, c’è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo”. Sono parole estratte dal libro di Ecclesiaste, più precisamente dai primi versetti del capitolo 3.
In un’altra scritta, è stato citato il Salmo 23 di Davide contenuto nell’Antico Testamento della Bibbia cristiana. “Il Signore è il mio pastore, nulla mi manca. Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme”, recitano le prime righe. Parliamo di uno dei Salmi più noti e citati dai fedeli, con Dio inteso come protettore assoluto del creato e degli uomini: “Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga mi danno sicurezza”.
L’hard disk da 8 terabyte
Dell’esistenza di un hard disk con un corposo contenuto di dati si è venuti a conoscenza dai primi giorni di giugno. Nella giornata di lunedì 1° luglio, infine, i pm della Procura di Termini Imerese hanno depositato gli atti.
In quegli 8 terabyte c’è tutto l’orrore della strage di Altavilla Milicia, ricostruito con la documentazione video e fotografica acquisita dagli inquirenti nella villetta degli orrori, con i dati informatici dei dispositivi mobili delle vittime e degli indagati, con gli esiti delle autopsie e con le testimonianze delle persone in carcere. Secondo i Barreca, specialmente secondo la figlia 17enne, i registi della strage sarebbero stati i coniugi santoni di Palermo, Sabrina Fina e Massimo Carandente.
La strage di Altavilla Milicia, dagli esorcismi alla mattanza
Il racconto più dettagliato sulla strage di Altavilla Milicia è stato fornito dalla figlia 17enne di Giovanni Barreca, che di fronte agli inquirenti alternerebbe momenti di supporto alla teoria di una necessaria liberazione dal maligno, ad altri in cui si dimostra angosciata dagli eventi.
Come è noto, la coppia palermitana sarebbe stata convocata da Barreca per liberare la sua famiglia – specialmente la moglie, Antonella Salamone – dalla presenza demoniaca. Ma gli esorcismi non sono andati come previsto: Fina e Carandente “erano autoritari“, e “durante gli interrogatori urlavano“.
I fatti si sono consumati in un crescendo di delirio mistico, con un Giovanni Barreca asservito alla coppia e i figli – la 17enne e il fratello Kevin di 16 anni – costretti a torturare la loro madre fino alla morte. Il corpo di Antonella Salamone è stato successivamente bruciato, un macabro rito di purificazione. Poi è toccato a Emmanuel, 5 anni, incatenato al suo lettino e costretto a bere grandi quantità di caffè.
Infine, la coppia avrebbe scelto Kevin, anch’egli ritenuto posseduto dal demonio. Il ragazzino è stato torturato e legato dietro una poltrona. La coppia di Sferracavallo continua a professarsi innocente e si dice addolorata per le vittime. Fina e Carandente, inoltre, accusano Barreca di averli sequestrati nella sua villetta e di aver impedito loro di chiamare i soccorsi.