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Decreto carceri e liberazione anticipata: cosa prevede la nuova legge. Proteste e liti alla Camera

Cosa prevede il decreto carceri approvato dalla Camera e diventato legge: dalle assunzioni alla libertà anticipata

Pubblicato:

Marco Vitaloni

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di politica e con una passione per tecnologia e innovazione, scrive quotidianamente di cronaca e attualità. Marchigiano, studi in Comunicazione, collabora con diverse realtà editoriali locali e nazionali.

Nella serata di mercoledì 7 agosto la Camera dei deputati ha dato il via libera definitivo alla conversione in legge del decreto carceri, che contiene una serie di misure pe contrastare il problema del sovraffollamento delle prigioni italiane. Nn sono mancate liti e proteste in Aula, rivolte in particolare al ministro della Giustizia Nordio. Ecco cosa prevede la nuova legge, dalle assunzioni alla libertà anticipata.

Decreto carceri, cosa prevede la nuova legge

Il decreto carceri del governo Meloni, ora convertito in legge con il voto della Camera, contiene una serie di misure per alleviare la pressione sulle carceri italiane.

A partire dall’assunzione di mille nuovi agenti penitenziari tra il 2025 e il 2026. Previsto anche l’aumento di 20 unità del personale di dirigenti penitenziari e l’assunzione di funzionari e ispettori della polizia penitenziaria mediante scorrimento di graduatorie.

Tra le varie novità, il ddl istituisce inoltre il Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria.

Ci sono anche misure volte a migliorare le condizioni dei detenuti, in particolare il mantenimento dei rapporti familiari e personali, come la possibilità di fare più telefonate settimanali e mensili.

Tra le novità anche l’istituzione di un nuovo reatopeculato per distrazione (articolo 314-bis nel codice penale), che punisce l’indebita destinazione di denaro o cose mobili.

Libertà anticipata e detenzione alternativa

Uno dei punti più importanti del provvedimento è la semplificazione delle procedure per riconoscere sconti di pena ai detenuti e l’estensione delle misure alternative alla detenzione in carcere, in particolare per quanto riguarda i tossicodipendenti.

Le modifiche puntano ad ampliare le possibilità per persone con tossicodipendenze o disturbi psichici di scontare la pena seguendo percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale in strutture residenziali alternative al carcere.

Per questo viene istituito un elenco delle strutture residenziali idonee all’accoglienza e al reinserimento sociale dei detenuti, che sarà gestito dal ministero della Giustizia.

Il decreto inoltre semplifica il procedimento di riconoscimento della liberazione anticipata per i detenuti.

Proteste alla Camera, Nordio da Mattarella

Non sono mancate le proteste delle opposizioni in Aula, soprattutto per il fatto che il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il voto era a Palazzo Chigi per una riunione con la premier Giorgia Meloni per discutere dell’emergenza carceri.

“Mentre qui discutiamo di carceri e sovraffolamento dobbiamo subire l’onta di un ministro, che non è qui ma ha spiegato al presidente del Consiglio come risolvere il problema del sovrafollamento”, attacca la capogruppo del Pd Chiara Braga.

Nordio prova a gettare acqua sul fuoco, spiegando che l’incontro con Meloni “è avvenuto nell’ambito della consueta interlocuzione, su richiesta della premier” e che ha riguardato “una programmazione futura che ovviamente non intende in alcun modo interferire né sovrapporsi con i lavori in corso presso il Parlamento sovrano”.

Il ministro della Giustizia annuncia poi che chiederà un incontro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella sull’emergenza sovraffollamento.

Fonte foto: ANSA

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