Cura al plasma "funziona". De Donno: "Nessun effetto collaterale"
Giuseppe De Donno, direttore di Pneumologia all'ospedale di Mantova, ha parlato dell'efficacia della cura con il plasma sui malati di Covid-19
Giuseppe De Donno, diettore di Pneumologia e dell’Unità di terapia intensiva respiratoria dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, ha raccontato al Corriere della Sera e al Tempo l’efficacia della cura con il plasma sui malati di Covid-19. De Donno ha affermato: “In terapia intensiva c’è un ragazzo di 28 anni che si chiama Francesco. Giovedì era in un reparto Covid, venerdì la situazione è precipitata. Abbiamo chiesto al Comitato etico di poter usare il plasma, ci hanno dato il consenso. E dopo 24 ore era già sfebbrato e stava bene, oggi (ieri, ndr ) lo abbiamo svezzato dal ventilatore”.
Cura plasma, De Donno: “A Pavia chiusa la prima sperimentazione”
“È un ragazzo arrivato qui senza altre patologie oltre al Covid – ha precisato De Donno – doveva essere intubato e invece fra due giorni lo potremo restituire ai genitori. Sta così bene che poco fa mi ha mandato un messaggio scherzoso sul telefonino”.
Sulla sperimentazione della cura con il plasma, su cui si è espresso anche il virologo Roberto Burioni, De Donno ha aggiunto: “Assieme all’ospedale San Matteo di Pavia abbiamo appena chiuso la prima sperimentazione partita all’inizio di aprile su un gruppo di pazienti critici”.
Cura plasma, De Donno: “Trattati un centinaio di pazienti. Funziona”
“Un centinaio di pazienti in tutto trattati con il plasma iperimmune, cioè che viene dal sangue di pazienti che sono stati contagiati e sono guariti. La cura funziona“, ha evidenziato De Donno.
“In tutto questo mese – ha poi aggiunto – non abbiamo avuto decessi fra le persone trattate. E i segni clinici tendono a sparire dalle 2 alle 48 ore dopo il trattamento”.
De Donno ha però messo in guardia sull’eventualità che il plasma possa anche non funzionare: “Non possiamo alimentare false speranze. Mi spiego: se la malattia ha lavorato a lungo fino a compromettere la funzionalità degli organi non c’è plasma che tenga”.
De Donno: “Da noi primo studio al mondo”
De Donno ha rivendicato i propri traguardi: “Il nostro è stato il primo studio al mondo e adesso in tanti stanno seguendo la stessa strada, sia in Italia sia all’estero. I protocolli di ricerca sul plasma iperimmune sono passati in poco tempo da 50 a 100 in tutto il mondo. Perché, in attesa del vaccino, è l’unica strada percorribile. Non c’è nessun intermediario e nessun interesse. E, soprattutto, è sicuro: non c’è nessun evento avverso e nessun effetto collaterale”.
“Abbiamo provato a contattare il ministero della Salute ma è stato inutile. Nessun segnale nemmeno dall’Istituto Superiore di Sanità. Per ora stanno alla finestra”, ha però lamentato De Donno.
Il limite della cura con il plasma è costituito dalla necessità di trovare i donatori, ma De Donno ha affermato che “sono tanti, stiamo mettendo su una piccola banca del plasma per aiutare gli ospedali qui vicino e si stanno organizzando pullman da Emilia e Liguria. E poi credo anche che ci sarà una seconda sperimentazione”.