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Crisi di governo, per Draghi arriva la prova del voto di fiducia al Senato: quali sono gli scenari possibili

Draghi alle prese con la crisi di governo: domani si voterà la fiducia al Senato e poi alla Camera. Tra gli scenari possibili c’è il voto anticipato

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il Governo presieduto da Mario Draghi deve affrontare un’altra sfida oltre a quella bellica e sanitaria. La crisi attuale, però, è tutta politica: dopo lo strappo del Movimento 5 Stelle sul Dl aiuti e la crisi di Governo aperta dalle dimissioni del premier, il voto di domani conserva sia preoccupazioni che speranze. Ma cosa può succedere? Gli scenari possibili sono tre.

Elezioni anticipate

Le dichiarazioni di Draghi in merito alla tenuta del Governo dopo il voto di fiducia sul decreto-legge aiuti lascia presagire che il Presidente del Consiglio tenderà a confermare le dimissioni. In questo caso, salvo la prova di un nuovo Governo tecnico, posto che ci sia una figura in grado di guidarlo, l’ipotesi più plausibile è quella del voto anticipato ad ottobre.

Nonostante Mattarella abbia respinto le dimissioni di Mario Draghi e chiesto al Presidente del Consiglio di riferire alle camere, l’agone politico non restituisce un equilibrio ben definito.

Il centrodestra spinge per il voto anticipato, centrodestra che sarà guidato con molta probabilità da FdI e Giorgia Meloni; principale partito all’opposizione. Seguono con la richiesta di voto anticipato Berlusconi e Salvini.

Per quanto riguarda il centrosinistra sembra che l’asse tra i 5 Stelle ed il Partito Democratico sia saltato dopo lo strappo sul dl aiuti: difficile ricomporre per il voto di domani.

Rimane il polo centrista che potrebbe appoggiare il Pd in un Draghi-bis e sarebbe composto da Azione, Italia Viva, + Europa ed il nuovo partito di Di Maio – anche se il veto di Calenda pesa sulla figura del Ministro degli Esteri.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il premier, Mario Draghi

L’ipotesi Draghi-bis

Il Draghi-bis rimane un’ipotesi sul tavolo, anche se dopo le dichiarazioni del Premier questa via non sembra percorribile. Un fattore da tenere in considerazione è la figura del Presidente del Consiglio.

Mario Draghi non è un politico, e non essendo un politico non vive di consenso. Se la coerenza fa parte del carattere del Premier e l’arco parlamentare non si ricompone sarà difficile vedere ancora Draghi a Palazzo Chigi. Ma non è detta l’ultima parola.

Un Draghi-bis potrebbe ottenere i voti per continuare se la Lega e FI decidessero di sostenere un altro Governo insieme al Pd e le forze di centro senza i 5 stelle. Anche se l’opzione del voto anticipato rimane ghiotta per il centrodestra.

Dal canto loro i 5 stelle potrebbero ricucire, specie all’interno del movimento stesso, e fare un passo indietro confermando la fiducia a Draghi. Ma dopo le ultime vicende interne e lo strappo di Di Maio sembra sempre più improbabile questa soluzione.

Patto di fine legislatura

Questa è l’ipotesi meno veritiera. In primis, perché le forze d’opposizione e quelle più ballerine nella maggioranza chiedono il voto anticipato. Secondo perché il patto sembra essere già saltato e poteva essere sintetizzato solo nella figura di Draghi.

Un altro tecnico sarebbe Giuliano Amato, nome ricorrente in momenti di crisi, ma avrebbe tutto il sapore di un Governo politico visto che il voto sulla figura del ‘Dottor Sottile’ è divisivo di per sé.

Anche Draghi potrebbe trasportate il Governo fino a fine legislatura, ma richiedere un voto per questa ragione diverrebbe con molta probabilità una scelta politica, specie se questo voto non fosse espresso in maniera positiva da almeno i principali partiti che supportano l’attuale maggioranza; compreso il Movimento 5 Stelle.

Draghi non vuole assumersi la piena responsabilità politica; non esiste una figura in Italia che possa mettere tutti d’accordo a parte l’attuale Premier; il centrodestra spinge per il voto; l’asse 5 Stelle – Pd sembra essere saltato. Riuscirà il Paese ad uscire indenne da quest’impasse?

Fonte foto: ANSA

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