Covid, l'allarme di Zangrillo e Burioni sull'uso del cortisone
Alberto Zangrillo e Roberto Burioni, su Twitter, puntano il dito sull'utilizzo del cortisone nelle fasi iniziali del Covid-19
C’è un nuovo allarme riguardante la gestione dell’emergenza Covid-19 in Italia. A lanciarlo, su ‘Twitter’, sono stati Alberto Zangrillo, Primario di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, e il virologo Roberto Burioni.
Zangrillo ha scritto: “La maggioranza degli accessi Covid-19 in Pronto Soccorso sono causati da terapie domiciliari assenti o sbagliate. Per l’abbandono del paziente e il cortisone alla prima linea di febbre, l’Italia va in rosso”.
Il riferimento di Zangrillo è all’ingresso di “mezza Italia” in “zona rossa” a partire da lunedì 15 marzo.
Burioni ha condiviso il post di Zangrillo sul suo profilo social e ha aggiunto: “Sono importanti i vaccini, ma è altrettanto importante non somministrare ai pazienti terapie non solo inutili, ma addirittura pericolose. Nelle fasi iniziali di COVID-19 IL CORTISONE E’ CONTROINDICATO“.
Zangrillo, Burioni e la polemica sulla foto senza mascherine
Proprio Alberto Zangrillo e Roberto Burioni erano finiti recentemente nel mirino delle polemiche per una fotografia pubblicata sui social che li mostrava vicini e senza mascherina.
Burioni, in quell’occasione, aveva commentato: “Usciamo dal nostro ospedale alle 20, ci incontriamo per caso ma siccome siamo tutti e due vaccinati e all’aperto facciamo questa foto senza mascherina perché possiate vedere il nostro sorriso e il nostro appello comune: VACCINIAMO ALLA SVELTA!”.
Il post di Burioni, in quel caso, era stato condiviso da Alberto Zangrillo sul suo profilo.