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Covid, "casi gravi come a marzo": allarme degli anestesisti

Parla Alessandro Vergallo, presidente degli anestesisti: "La curva si sta alzando, i casi in terapia intensiva pure: sono gravi come a marzo"

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La curva epidemica “si sta alzando”, così come “il numero di persone ricoverate in terapia intensiva“. Inoltre, i malati di Covid-19 che vengono ricoverati in questi reparti “non sono meno gravi di quelli arrivati a marzo o aprile“. L’analisi è di Alessandro Vergallo, presidente nazionale di Aaroi-Emac, l’Associazione che rappresenta gli anestesisti rianimatori ospedalieri italiani. Le sue parole sono state riprese dall’Ansa.

“Non ci convince quanto detto da alcuni in questi mesi – ha aggiunto -, ossia che il virus sia diventato meno aggressivo. La curva epidemica sta risalendo, così come i casi in terapia intensiva, che hanno un’età media più bassa“.

L’aspetto positivo, secondo Vergallo, è che “per fortuna siamo lontani dal livello di allarme rosso dei mesi di marzo e aprile, grazie – rileva – al contenimento sociale”.

Covid, i dati dell’ultimo bollettino

Nella giornata di sabato 5 settembre i decessi per Covid-19 sono stati 16, mentre i nuovi contagi sono stati 1.695, in leggero calo rispetto a venerdì a fronte di 107.658 tamponi (6 mila test in meno rispetto al giorno precedente).

In totale le vittime da Covid-19 salgono così a quota 35.534. Mentre i contagiati complessivi arrivano a 276.338 casi. Si tratta dei dati forniti dal Ministero della Salute nell’ultimo bollettino.

Covid, vaccino prima a medici e anziani: l’annuncio di Speranza

Intanto si continua a lavorare per trovare un vaccino. Il ministro Roberto Speranza ha dichiarato di non aver mai “abbassato la guardia” davanti all’emergenza Covid in Italia, dicendosi “preoccupato anche ora”, a fronte dell’aumento dei contagi. “L’autunno non sarà facile, e ritengo vada gestito con la massima cautela”, ha detto al Corriere della Sera.

“Eppure sono ottimista: vedo la luce in fondo al tunnel. Nel giro di alcuni mesi avremo risultati incoraggianti sia per le cure che per i vaccini. Ora dobbiamo resistere”. Almeno “fino al vaccino dobbiamo tenere altissimo il livello di attenzione, anche se il quadro italiano è diverso per fortuna rispetto ad altri Paesi europei”.

Roberto Speranza ha ammesso di non conoscere il giorno esatto della distribuzione del vaccino, né quale sarà quello giusto per sconfiggere il coronavirus, ma pensa “che il traguardo non sia troppo lontano. Il contratto con AstraZeneca prevede le prime dosi a fine anno. All’inizio ne avremo poche dosi, due o tre milioni. La mia proposta è che sia gratuito e che arrivi prima agli operatori sanitari e agli anziani con patologie, in particolare nelle Rsa”.

Fonte foto: Ansa
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