Covid, cosa cambia nelle regioni con più casi: nuova allerta Cnr
L'algoritmo del Cnr lancia l'allerta in alcune regioni: i casi di Covid-19 sono dovuti sempre di più alle varianti
I casi di coronavirus in Italia si distribuiscono in modo molto diverso tra le regioni italiane e ce ne sono alcune dove la crescita dei nuovi contagi appare più marcata: è il caso di Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria ma anche delle province autonome di Trento e Bolzano. Una spiegazione a tale fenomeno è arrivata dal Cnr e in particolare da un algoritmo chiamato “Scova-varianti”.
Nelle regioni dove i contagi sono in forte crescita, è questa la nuova scoperta, tra il 40 e il 50% delle nuove infenzioni sarebbe da attribuire alle varianti.
Il fisico Corrado Spinella, direttore del Dipartimento di Scienze fisiche e tecnologie della materia del Cnr, ha dichiarato: “Nelle Regioni dove si è registrato un rapido aumento dei casi, le varianti di Sars-Cov-2 sarebbero, secondo le simulazioni sull’andamento dei ricoverati, già tra il 40 e il 50% del totale dei positivi. Questo trend è in aumento”. Ne dà notizia Repubblica.
I dati esposti dal fisico provengono da una simulazione basata su un algoritmo che definisce “Scova-varianti” di Sars-Cov-2, che è stato sviluppato appositamente dal suo team e che aggiorna il sistema di calcolo da loro stessi realizzato per monitorare l’evoluzione della malattia.
“In Abruzzo, nell’arco di un mese da oggi, se non dovessero esserci misure contenitive, i casi della variante potrebbero raggiungere la quota del 90%“, ha fatto sapere Spinella. “Senza altre misure di contenimento dei contagi di Sars-Cov-2, nelle Regioni che si trovano già ad avere il virus variato almeno al 50% – ha aggiunto – la variante a maggiore contagiosità sostituirà pressoché totalmente la versione ‘standard’ nell’arco di un mese e mezzo a partire da oggi. Dunque, a fine marzo”.
In particolare, “l’Emilia-Romagna e la Lombardia iniziano a esibire un trend di aumento dei casi ospedalizzati riconducibile alla presenza delle varianti a maggiore trasmissibilità”.
Secondo il calcolo effettuato dal fisico, “le varianti sono comparse su una frazione molto piccola di positivi già nei primi giorni di dicembre del 2020”.