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Covid, la previsione sulla variante inglese e il nuovo lockdown

L'epidemiologa Vittoria Colizza, consulente italiana del governo francese, ha fatto il punto sull'emergenza coronavirus, le varianti e il lockdown

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Vittoria Colizza è una fisica romana che guida l’EPIcx Lab di Parigi, centro che studia i modelli delle epidemie e dà indicazioni a Macron per le misure da prendere per limitare i contagi. Consigliera di Olivier Véran, ministro della Sanità francese, la ricercatrice romana ha spiegato che “il lockdown funziona” e potrebbe essere l’unica arma a nostra disposizione per fermare le varianti del coronavirus. Ne dà notizia il Corriere della Sera.

Varianti del coronavirus, parla Colizza: “Il lockdown funziona”

“Nei Paesi che hanno avuto una fiammata epidemica e hanno chiuso, come il Regno Unito o il Portogallo, i casi ora stanno scendendo molto rapidamente. Ma sono confinamenti stretti, simili a quelli che abbiamo conosciuto in Italia o Francia a marzo. Altri Paesi hanno agito in maniera differente, preventiva, cercando di anticipare l’impennata della curva”, ha spiegato.

Tra questi la Germania, che “è entrata in lockdown a Natale e non è ancora uscita. Anche i Paesi Bassi hanno confinato. Lì si è agito in modo preventivo”.

Covid, Colizza: “Inevitabile che la variante prenda il sopravvento”

Diversa la situazione per Francia e Italia, “Paesi che grazie alle misure già prese in precedenza sono riusciti a spingere più in avanti il momento in cui l’andamento costante si rompe e la variante finisce con il prendere il sopravvento, il che è inevitabile. Lo sappiamo da dicembre, quando il governo britannico ci ha avvertito”.

“Con una contagiosità così più alta, il vantaggio selettivo della variante è tale che il coronavirus originario sarà soppiantato. In Francia già a gennaio abbiamo indicato che la variante diventerà dominante tra fine febbraio e inizio marzo. Un mese dopo le previsioni sono confermate. Il virus storico, impattato dal coprifuoco alle 18, sta scendendo. Ma è la variante che cresce e che renderà insufficienti quelle misure”, ha spiegato Vittoria Colizza.

“La scienza deve fornire informazioni e ipotesi, scenari possibili. In questo caso l’informazione più importante è una crescita di casi, che ci aspettiamo, e che avverrà sicuramente. I tempi dipendono da quello che decidono i governi, che hanno davanti scelte molto diverse, da prendere sulla base di considerazioni che a noi scienziati non competono“, ha sottolineato.

Varianti Covid, Colizza: i dubbi su cosa fare fino ai mesi più caldi

“La Germania ha optato per il lockdown molto presto pensando di poter contare sull’adesione della popolazione, e sulla capacità poi di assorbire i danni economici e sociali. Altri Paesi hanno scelte vie intermedie, per guadagnare tempo”, come Italia e Francia.

“La questione è che cosa fare da adesso ad aprile o maggio, immaginando un’uscita dall’inverno per arrivare a quando farà più caldo e avremo condizioni più favorevoli grazie magari all’aumento della temperatura e al fatto che passeremo più tempo fuori e potremo arieggiare meglio i locali. Stiamo spostando il problema più in là. L’unica cosa inevitabile è che la variante più contagiosa diventerà dominante”, ha dichiarato.

“C’è da decidere che cosa fare da qui alla primavera. Possiamo intanto escludere di rilassarci quanto alle misure già esistenti. L’altro elemento è che alcuni territori conosceranno un forte aumento dei casi. In Francia sta già avvenendo in Mosella con la variante sudafricana, nel Sud a Nizza con la variante britannica. Ci sono discussioni in corso. In Francia si parla di un possibile lockdown localizzato nel Sud, cosa che in Francia non è mai stato fatto, a differenza dell’Italia”, ha spiegato al Corriere della Sera.

Varianti del coronavirus, Colizza: perché il vaccino (non) funziona

Il vaccino “è la nostra chiave di uscita, senza dubbio. Il problema è che per adesso nei nostri Paesi le percentuali di vaccinati sono talmente basse da non avere un impatto reale sulle curve. Il vaccino ha un doppio effetto. Il singolo è protetto, e quindi l’efficacia su quella persona è enorme. Ma l’effetto desiderato è anche collettivo, e su quello ancora non ci siamo, a causa delle difficoltà di produzione locale in Europa”.

“In Israele i benefici si vedono anche a livello globale. Le quantità da noi purtroppo sono ancora troppo basse per aspettarci conseguenze sulle curve del contagio”, ha spiegato l’epidemiologa. “Quanto all’efficacia sulle varianti, è buona sulla britannica, più difficile dirlo sulle altre”.

Non è possibile ipotizzare ora la fine della “pandemia in generale. Quanto alla crisi attuale, possiamo sperare di rilassarci tra qualche mese, come è accaduto a giugno e luglio dell’estate scorsa”, ma solo “se non ci rilassiamo adesso“.

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