Covid, la previsione di Speranza: "Svolta in primavera"
Il ministro della Salute fa il punto della situazione epidemiologica nel Paese e traccia il percorso per i prossimi mesi
Con il nuovo piano delle vaccinazioni contro il Covid-19 del commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, si intravede il traguardo della fine dell’epidemia, fissato per settembre. Ma secondo il ministro Roberto Speranza, nonostante più di mezzo Paese stia praticamente facendo ritorno al lockdown, le cose potranno migliorare già nella seconda metà della primavera. Lo dice in un’intervista a Repubblica, nella quale fa il punto della situazione epidemiologica in Italia e spiega la linea del governo.
Rappresentando uno dei pochi elementi di raccordo rimasti tra la gestione dell’emergenza sanitaria del governo Draghi e di quello precedente, il responsabile della Salute spiega il dibattito interno all’esecutivo per l’adozione delle misure anti-contagio stabilite nel nuovo decreto: “Il punto non è essere a prescindere rigoristi o aperturisti. Dobbiamo essere realisti e credo che questo governo lo sia. Guarda in faccia i problemi che adesso ci sono e non possono essere sottovalutati.”
“Il fatto nuovo sono le varianti – sottolinea il ministro – in particolare quella inglese che ormai è prevalente del nostro Paese. Nell’ultimo studio dell’Istituto superiore di sanità rappresentava il 54% dei casi, ma ora ci aspettiamo un dato ben più alto. È chiaro quindi che abbiamo bisogno di misure adeguate, capaci di piegare la curva”.
“Quando i numeri sono così netti, quando sale la pressione sugli ospedali c’è poco da fare. Non si tratta di un giudizio politico, nessuno si diverte a chiudere” dice Speranza raccontando come anche i presidenti di Regione più riluttanti si sono dovuti rassegnare all’evidenza: “Quando mi chiedono perché abbiamo portato in arancione i territori che erano in zona gialla rispondo che quello scenario teneva sul vecchio ceppo. Sul nuovo, per ora, no”.
“C’è stata una legittima discussione partita anche da posizioni diverse. Come ministro della Salute, ho l’obbligo morale e il dovere costituzionale di tutelare un diritto fondamentale di ogni individuo. Il primato del diritto alla salute è l’asse che guida tutto il governo” chiarisce Speranza.
“L’aspettativa del governo e dei nostri scienziati è che queste misure ci consentiranno di rimettere la curva sotto controllo nonostante la presenza delle varianti. C’è però bisogno di alcune settimane per vedere gli effetti. Per questo il decreto vige fino a Pasqua. Rispetto all’autunno c’è però un’altra grande novità: la campagna di vaccinazione è in corso. Non ci sono solo le misure restrittive. Ogni dose somministrata è un passo verso l’uscita dalla crisi” spiega ancora e traccia lo scenario per i prossimi mesi.
“L’applicazione di misure più rigorose e la crescita progressiva del numero dei vaccinati ci porta a pensare che già nella seconda metà della primavera avremo numeri in miglioramento – sostiene Speranza. Ci sono due verità che sembrano in contrasto tra loro, ma non lo sono. La prima è la seria difficoltà di queste settimane. Le prossime non saranno affatto facili. Lo sa bene chi lavora sui territori, negli ospedali, i nostri medici, infermieri e professionisti sanitari che toccano con mano l’aumento dei malati. Per questo abbiamo preso le misure delle ultime ore.”
“La seconda verità, altrettanto importante, è che finalmente guardiamo con fiducia al futuro prossimo. Solo negli ultimi tre giorni abbiamo fatto in media 200mila vaccini al giorno. E cresceremo ancora. È difficile dire adesso quale sarà l’ora x della svolta, ma i risultati inizieranno a vedersi presto” è la previsione del titolare del dicastero della Sanità.
Speranza ribadisce infine la piena sicurezza dei vaccini, messi in discussione nell’ultima settimana dalla rilevazione di alcuni eventi avversi gravi, promettendo comunque che non mancherà una verifica continua sui prodotti anti-Covid delle case farmaceutiche. E a questo proposito assicura il rilancio delle somministrazioni con l’arrivo di 52 milioni di fiale nel secondo trimestre e grazie anche alle “intese con i pediatri, gli odontoiatri e gli specialisti ambulatoriali per coinvolgerli a pieno nella campagna vaccinale, appena avremo più dosi disponibili“.