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La variante inglese è diventa dominante in Italia: cosa significa

Gli studi sulla variante inglese ci dicono che ha raggiunto tutta l'Italia ed è diventata il ceppo di coronavirus più diffuso anche nel nostro Paese

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La variante inglese è diventata dominante, come previsto con molto anticipo dalla comunità scientifica. A lanciare l’allarme era stato anche l’Istituto Superiore di Sanità, con il report sulla “prevalenza delle varianti” del 18 febbraio. La ricerca dell’Iss rilevava che la variante inglese aveva già raggiunto in Italia una prevalenza del 54%. Percentuale che potrebbe già essere schizzata in alto, secondo quanto ha riferito Carlo La Vecchia, epidemiologo della Statale di Milano, al Corriere della Sera.

“Con tutta probabilità dalla metà di febbraio a oggi la prevalenza della variante inglese sarà arrivata al 65% o al 70%. Ciò significa che, di base, più di questo non potrà espandersi ancora molto”, ha dichiarato l’esperto.

Terza ondata di Covid in Italia: il ruolo delle varianti

La terza ondata del coronavirus in Italia è dunque strettamente legata alla diffusione della variante. L’indagine dell’Iss è stata effettuata con la Fondazione Bruno Kessler e il ministero della Salute, ha sequenziato 1.296 campioni di coronavirus ottenuti da pazienti positivi provenienti da tutta Italia.

La Lombardia registrava il 18 febbraio il numero assoluto più alto di positivi alla variante inglese, e la maggiore incidenza potrebbe spiegare l’impennata nei contagi che ha portato il governatore Attilio Fontana a ordinare la zona arancione rafforzato nella regione.

Altri territori hanno visto una prevalenza in proporzione di gran lunga superiore. Come la Sardegna, diventata zona bianca dal 1° marzo, dove 9 tamponi su 12 contenevano la variante inglese. O il Molise con 14 tamponi su 15 in cui è stata rilevato il nuovo ceppo.

Vaccino anti Covid: la strategia per fermare le varianti

La terza ondata potrebbe mettere a serio rischio il vaccino. Su 1.296 sequenziamenti, si legge nel report dell’Iss, 658 sono riconducibili alla variante inglese, ma ci sono anche tracce di ceppi più resistenti. Come la variante inglese, riscontrata in 62 campioni, e la variante sudafricana, riscontrata in 6.

“Per prima cosa l’unica variante per la quale è finora riconosciuta una maggior contagiosità è quella inglese. E poi c’è un altro aspetto chiave da considerare: anche se le altre varianti in qualche modo si stavano diffondendo, adesso arrivano comunque delle misure di contenimento molto più incisive che avranno un ruolo nel limitarle”, ha spiegato Carlo La Vecchia al Corriere della Sera.

Le feste natalizie hanno contribuito particolarmente alla diffusione delle varianti, con le restrizioni che sono state aggirate o sono arrivate in ritardo rispetto alla diffusione dei nuovi pericolosi ceppi. Contro cui, ha concluso l’esperto, “abbiamo una sola arma: i vaccini. E dobbiamo usarli adesso. Anche la Germania ha deciso di utilizzare il vaccino AstraZeneca senza limitazioni di età. In Italia abbiamo grandi scorte di vaccino AstraZeneca ferme. Dobbiamo somministrarle subito ai nostri anziani, perché abbiamo bisogno di proteggerli ora, al più presto possibile”.

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Covid-19, il bollettino di oggi 26 maggio 2021 Fonte foto: ANSA
Covid-19, il bollettino di oggi 26 maggio 2021
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