Covid, Locatelli sugli effetti delle riaperture: il punto
Il coordinatore del Cts traccia un quadro della situazione epidemiologica alla luce delle ultime settimane di riaperture
A partire da domani quasi tutta Italia si troverà in zona gialla e l’epidemia da Covid-19 nel nostro Paese entrerà in una nuova fase. Dal report dell’Istituto superiore di sanità sull’impatto della campagna vaccinale emergono i benefici delle oltre 26 milioni di dosi anti-coronavirus somministrate, a cinque mesi dalla prima del 27 dicembre scorso. Lo sa bene il coordinatore del Cts Franco Locatelli che in un’intervista al Corriere della Sera fa un bilancio della situazione epidemiologica dopo le riaperture del 26 aprile.
Il professore ricorda i dati promettenti dell’ultimo monitoraggio e sottolinea l’andamento della curva: “L’analisi della prossima settimana ci darà un quadro ancora più compiutamente definito, ma, non avere, al momento, segnali di allerta è incoraggiante anche nella prospettiva di nuove misure di apertura, quali per esempio il prolungamento del coprifuoco, che il governo si accinge ad adottare. Resta fondamentale il principio ispiratore della gradualità e progressività ricordato anche recentemente dal presidente Draghi”.
Secondo il coordinatore del Cts, dalla definizione di “rischio ragionato” resa in conferenza stampa dal presidente del Consiglio per motivare le riaperture fino ad oggi, il sistema di contenimento dei contagi ha retto.
“L’età mediana dei contagiati e dei ricoverati continua ad abbassarsi – ha spiegato Locatelli. Questa settimana, siamo a valori di 40 e 64 anni a fronte di 41 e 65 di quella precedente. È frutto della copertura conferita dalle vaccinazioni alle popolazioni più avanti con gli anni cui si è giustamente dato priorità per proteggerli dalle forme più gravi o addirittura fatali di Covid-19″.
L’oncoematologo sottolinea il dato delle tre Regioni sotto la soglia di 50 casi di Covid-19 su 100mila abitanti, Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, un elemento che ritiene importante “perché permette di poter avere una gestione basata sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti. Anche la pressione sui servizi sanitari territoriali si è ridotta. Il resto lo hanno fatto le vaccinazioni che procedono speditamente”.
Ma rispetto alla decisione dei Cdc americani di permettere ai vaccinati di non indossare ma mascherina all’aperto, Locatelli ritiene che per l’Italia sarebbe una prospettiva prematura: “Sì è troppo presto, oggi la scelta non è ipotizzabile. Giusto comunque iniziare una riflessione prospettica.”
“Dobbiamo aumentare il già più che buono numero di persone vaccinate – spiega il professore. Oggi abbiamo superato il valore del 30% della popolazione residente. Per considerare scelte di questo tipo, dobbiamo incrementare sensibilmente questo valore e avere una circolazione virale ancora più ridotta. Verrà il tempo in cui potremo abbandonare le mascherine e riprendere ad abbracciarci.”