Covid, l'Iss tiene alta l'allerta: "Alcune Regioni in crescita"
Il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro ha tenuto un nuovo punto stampa sull'emergenza coronavirus in Italia
Nella ormai consueta conferenza stampa del venerdì, con il commento al monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro ha spiegato che “la curva in Italia ha raggiunto un plateau mentre negli altri Paesi c’è una ricrescita”. Poi ha aggiunto: “In Italia c’è una decrescita lenta e la maggioranza delle regioni sono in decrescita per l’incidenza, tuttavia ci sono ancora alcune Regioni in crescita“.
Brusaferro ha precisato, inoltre, che il livello di occupazione nelle terapie intensive “si sta stabilizzando attorno al 41% e siamo quindi arrivati sostanzialmente a un plateau, così come per le aree mediche. In generale prima si muove Rt, poi incidenza e ricoveri e per ultimi si muovono i dati sulla mortalità. Quindi ci attendiamo che inizino a decrescere anche i decessi”.
Il presidente dell’Iss ha anche detto: “C’è una decrescita dei casi nella popolazione generale. L’età media dei casi rimane sempre sotto i 50 anni e crescono gli asintomatici. La decrescita dei casi sta coinvolgendo tutte le fasce d’età, inclusi i giovani, tenendo però conto della chiusura delle scuole”.
Le dichiarazioni di Gianni Rezza in conferenza stampa
Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, ha poi precisato in merito al bollettino Covid odierno: “Oggi vediamo circa 19mila positivi e decessi ancora elevati. In realtà però il dato delle morti non è 718 ma 460. Si tratta infatti di un aggiustamento perché la Sicilia ha caricato dati antecedenti pari a 258 decessi. I decessi sono quindi 460, che resta comunque un numero ancora elevato”.
Ancora Rezza: “Durante il mese di aprile si renderanno disponibili almeno una decina di milioni di dosi di vaccino e bisogna fare il massimo sforzo per completare la vaccinazione delle persone anziane: siamo a buon punto per gli over-80 ma bisogna completare le vaccinazioni dai 60 anni in su”.
Rezza ha anche parlato del caso Astrazeneca: “Il problema per AstraZeneca è aver indicato il vaccino prima per gli under-55 e poi per i più anziani, facendo apparire che ci sia stato un contrordine, ma non è stato così. Infatti, le conoscenze sono cambiate e si sono ampliate e si è visto che questo vaccino poteva prevenire ospedalizzazione e mortalità anche negli anziani. Questo è il motivo dell’estensione del vaccino su fasce di età per le aumentate conoscenze. Poi, dopo i casi rari di trombosi, è stato dato un uso preferenziale per gli over-60. Gli over-60 hanno infatti un rischio elevato di morire di Covid e le reazioni avverse sono basse, quindi la vaccinazione ha un vantaggio notevole”.