Covid, il fiuto dei cani trova i positivi (anche asintomatici) meglio di un test molecolare
Uno studio realizzato da un team di scienziati finlandesi mostra la potenza dell'olfatto dei cani nel tracciare il coronavirus
Una ricerca condotta da un team di esperti del laboratorio microbiologico dell’Università di Helsinki ha mostrato un risultato quanto mai inaspettato sulla lotta al coronavirus, uno studio che – se fosse stato realizzato e diffuso due anni fa – probabilmente avrebbe potuto cambiare la storia della pandemia da Covid-19.
L’olfatto dei cani riconosce il coronavirus meglio dei tamponi
I protagonisti dell’esperimento non sono però pazienti, medici o infermieri, ma Silja, Rele, Kosti ed ET, quattro cuccioli finlandesi a quattro zampe. Non sono cani qualunque, ma esperti per individuare droghe, merci pericolose e adesso anche il virus.
Stiamo parlando di tre labrador retriever e un pastore bianco, tutti compresi tra i quattro e gli otto anni, che grazie al loro fiuto sono finiti direttamente all’interno di una pubblicazione della BMJ Global Health, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo in tema di sanità.
Pazienti positivi al coronavirus, l’olfatto dei cani trova anche gli asintomatici
Pare infatti che il naso dei cani riesca a discriminare gli odori fino a 100 mila volte più dell’uomo e il loro olfatto sarebbe così sviluppato da superare qualsiasi dispositivo creato in laboratorio tra quelli realizzati fino ad oggi. Per questo, in periodo di pandemia, sono stati portati avanti diversi studi per capire se davvero questi animali potessero aiutare l’uomo nella individuazione del virus.
Ora grazie allo studio finlandese è arrivata la conferma: i cani da fiuto possono essere addestrati in poco tempo per rilevare persone infette da Covid-19 con un grado di accuratezza pari a quello riscontrato con l’utilizzo dei test molecolari.
Ma le sorprese non finiscono qui: secondo quanto riportato dai ricercatori, nemmeno l’assenza di sintomi sembra influenzare l’identificazione da parte dei cani, che riuscirebbero ad individuare una persona positiva anche senza che abbia presentato complicanze o alterazioni dello stato di salute.
Lo studio dai ricercatori finlandesi sull’olfatto dei cani nella lotta al Covid
Nel 2020 i ricercatori hanno iniziato a lavorare con i cani, insegnando loro a riconoscere il SarsCov2. Il primo passo è stato quello di fargli discriminare i campioni di tampone cutaneo di pazienti affetti da Coronavirus da quelli di persone risultate negative.
Sono stati poi coinvolti nello studio 420 volontari che hanno fornito quattro campioni di tampone cutaneo ciascuno. I cani hanno annusato i campioni di pelle di 114 volontari positivi e di 306 negativi in ordine casuale.
Il risultato è stato un’accuratezza nel rilevare i soggetti con infezione pari al 92 per cento. L’identificazione delle persone non infette è stata invece del 91 per cento. Tra i campioni presentati, ventotto positivi provenivano da soggetti che non presentavano sintomi, uno solo è stato identificato come negativo e due non sono stati annusati.