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Cosa significa la "dollarizzazione" del nuovo Presidente Javier Milei in Argentina: impatto su Cina e Brasile

Possibile svolta epocale per l'Argentina con il presidente Javier Milei e la sua proposta di dollarizzazione. Cosa vuol dire e il ruolo della Cina

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

L’Argentina si trova di fronte a una possibile svolta storica con il neo-eletto Presidente, Javier Milei, e la sua audace proposta di “dollarizzazione” del Paese latino americano. Milei, noto per le sue posizioni anarco-libertarie, ha fatto della sostituzione del peso argentino con il dollaro USA uno dei pilastri della sua campagna elettorale. Questa proposta, già discussa negli anni Novanta, mira a risolvere problemi come l’inflazione, la perdita di fiducia nella moneta nazionale e la fuga di capitali.

Cos’è la dollarizzazione

La logica dietro la dollarizzazione è chiara: eliminare il rischio di svalutazione improvvisa, aumentare la fiducia degli investitori esteri, ridurre il servizio del debito e stimolare la crescita economica.

Tuttavia, la transizione non è priva di sfide. La gestione economica disastrosa del passato ha azzerato le riserve della banca centrale, creando incertezza su come Milei possa ottenere la liquidità iniziale in dollari.


L’Argentina non sarebbe il primo Stato oggetto di dollarizzazione, ma probabilmente il più esteso e popolato

L’Argentina, ad ogni modo, non sarebbe l’unico Paese “dollarizzato“: attualmente si contano 11 Stati che hanno soppiantato la propria moneta con il dollaro statunitense. In America Latina ci sono già Ecuador e Salvador, in Africa lo Zimbabwe. Tuttavia, lo Stato di Buenos Aires sarebbe quello più esteso e più popolato ad adottare il sistema, con un’economia in grande difficoltà.

Differenze con il passaggio all’Euro

La dollarizzazione presenta somiglianze con l’adozione dell’euro da parte dell’Italia, ma con differenze significative. Mentre l’Europa ha creato una banca centrale comune, la dollarizzazione implica la cessione della sovranità monetaria agli Stati Uniti.

Si tratta quindi di un passe in grado di sollevare dubbi sul controllo argentino sui propri affari finanziari e sulla capacità di influenzare le decisioni della Federal Reserve americana.

Le sfide interne e esterne

Nell’ottica di attuare questa proposta audace, Milei dovrà affrontare diverse resistenze interne. La sua vittoria non gli garantisce infatti la maggioranza parlamentare né il controllo su tutti i governatori locali, prevedendo una stagione di agitazioni sociali contro i piani drastici per ridurre la spesa pubblica.

A livello internazionale, la decisione argentina potrebbe influenzare gli equilibri geopolitici. Inserita inizialmente nei Brics, con una tendenza anti-dollaro promossa da Xi Jinping e Lula, l’Argentina si trova ora con un leader filo-USA che addirittura propone il dollaro come moneta unica.

Il futuro dell’Argentina è incerto, ma la proposta di Milei apre quindi nuovi scenari che potrebbero ridefinire il panorama economico e politico del paese sudamericano. La Cina e il Brasile, con la loro visione anti-dollaro potrebbero subire un brusco cambiamento di prospettiva, portando a riflessioni strategiche.

Fonte foto: ANSA

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